ROMA – Cinque mesi dopo l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato a morte al Cairo da apparati dei servizi egiziani, arriva la prima reazione da Roma: il Senato ha infatti approvato l’emendamento al decreto legge che blocca la fornitura di pezzi di ricambio degli F-16 all’Egitto. Un emendamento che porta proprio il nome dello studioso friulano e che è stato approvato con 159 voti favorevoli, 55 contrari e 17 astenuti dopo un lungo e acceso dibattito, dopo che il governo si era rimesso alla decisione dell’Aula.
A protestare contro l’emendamento in particolare, informa Repubblica, i gruppi di centrodestra, su tutti il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani.
Il senatore di Gal (Grandi autonomie e libertà), Mario Mauro, già ministro della Difesa del governo Letta, ha detto in Aula che i pezzi di ricambio sarebbero già stati consegnati all’Egitto, ma il presidente della commissione Difesa, Nicola Latorre, del Pd, ha negato che sia così:
“Io sono casualmente informato della cosa, e approfitto per informare che le forniture non sono state consegnate ma i pezzi di ricambio sono imballati in porto di Taranto. E’ la prima volta, come Parlamento, che abbiamo la possibilità con un’iniziativa di manifestare il bisogno di accelerare i tempi della verità sul caso Regeni. Ciò che facciamo è un atto che vuole sollecitare questo obiettivo senza compromettere alcun tipo di relazione”, ha spiegato Latorre.