«Di riforme costituzionali possiamo apertamente parlare, non abbiamo preclusioni ideologiche. Possiamo anche discutere di Csm, però facciamolo a carte scoperte, senza colpi bassi con leggi e leggine che hanno a cuore problemi processuali di questo o quell’imputato».
Ad aprire al dialogo è stato il senatore del Pd Felice Casson. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex Pm a Venezia ha invitato la maggioranza a «mettere le carte sul tavolo, perchè quando ci farà vedere i testi in maniera trasparente saremo pronti a vedere cosa si propone nel merito. Tanto, se in questi testi ci sono gravi pericoli per i principi costituzionali e per l’autonomia della magistratura, siamo sempre in tempo a dire di no. Sedersi al tavolo -ha sottolineato – non vuol dire accettare a scatola chiusa».
Casson si è detto «disposto ad affidare il giudizio disciplinare a un’Alta corte autonoma per tutte le magistrature» e propone una «verifica di cosa ha già prodotto la rigida separazione tra giudici e pm introdotta dal governo Prodi».
A dicembre del 2008, ha ricordato infine il senatore, «consegnammo ad Alfano i testi preparati dal Pd in cui affrontiamo i nodi della macchina giustizia: processo penale e civile, riforma forense, l’ufficio del processo e del giudice, intercettazioni, revisioni delle circoscrizioni giudiziarie, aggressione ai patrimoni mafiosi». Ma «il ministro -ha detto Casson- non si è ancora degnato di rispondere».