GIUSTIZIA: ANM, CONTRO VUOTI PROCURE MENO TOGHE FUORI RUOLO
(AGI) – Roma, 18 apr. – È “drammatica” la situazione di scopertura degli organici che si registra nelle Procure italiane, soprattutto al Meridione.
Il ‘parlamentino’ dell’Associazione nazionale magistrati, ribadisce così l’allarme sui vuoti negli uffici requirenti, per cui si rischia “una vera e propria paralisi della giurisdizione” in situazioni territoriali particolarmente delicate.
Con un documento approvato all’unanimità , il comitato direttivo centrale dell’Anm avanza diverse proposte per fronteggiare l’emergenza, tra cui la “drastica riduzione” del numero dei magistrati attualmente fuori ruolo e una “rigorosa revisione delle circoscrizioni giudiziarie con l’abolizione o l’accorpamento degli uffici minori”.
Il sindacato delle toghe sottolinea infatti che le attuali proposte di modifica della legge n.133 del 1998, inerente gli incentivi ai magistrati trasferiti o destinati d’ufficio alle sedi disagiate, “non sono idonee a soddisfare le esigenze di copertura” di questi uffici, “oltre a presentare evidenti profili di incostituzionalità con riferimento soprattutto alle garanzie di inamovibilità del magistrato”.
Necessario, dunque, un intervento legislativo che abroghi l’attuale divieto di assegnazione dei giovani magistrati ad uffici requirenti e funzioni monocratiche penali, e “nell’immediato e in attesa di interventi di natura strutturale”, quindi, l’Anm vuole sottoporre al Governo e al Parlamento, nonché al Csm, alcune proposte di modifica normativa e di interventi sul piano amministrativo “che potrebbero consentire di evitare o almeno tamponare il disastro che si sta delineando”.
Oltre a diminuire il numero dei magistrati fuori ruolo e alla revisione delle circoscrizioni, il sindacato delle toghe pensa alla riduzione del “periodo di divieto di svolgimento delle funzioni monocratiche penali a soli due anni con possibilità, alla scadenza, del passaggio ad altre funzioni nel medesimo circondario o in uno vicino o, comunque, nello stesso distretto”, nonché alla modifica del regime delle applicazioni extra-distrettuali, “consentendo anche l’applicazione da uffici giudicanti ad uffici requirenti, ed anche all’interno del medesimo circondario”.
L’Associazione magistrati propone poi l’introduzione di benefici economici per le applicazioni extradistrettuali alle sedi disagiate, la previsione di incentivi “per i successivi tramutamenti orizzontali, da graduare in modo da garantire un equilibrato sistema di mobilita’ di tutti i magistrati, in particolare con riferimento agli uffici piu’ ambiti”, l’ampliamento, da parte del Csm, del ricorso alle applicazioni distrettuali e extradistrettuali e la previsione di agevolazioni nel reperimento dell’alloggio e nelle tariffe di trasporto per i magistrati destinati a sedi disagiate.
A tal fine, l’Anm annuncia che solleciterà l’iniziativa del Guardasigilli, e assumerà proprie iniziative per favorire i magistrati che accettino di prestare servizio in sedi disagiate. “L’estrema drammaticità della situazione – si legge nel documento – rende necessario denunciare con forza i rischi per il corretto funzionamento della giustizia in molte zone del Paese”.
“La situazione e’ di oggettiva drammaticità – aveva dichiarato stamane il presidente dell’Anm Luca Palamara aprendo la riunione del ‘parlamentino’ – con i vuoti negli organici delle procure emerge una vera realtà emergenziale e ci sono uffici che rischiano di chiudere. Dobbiamo farci carico del problema che potrebbe portare a un vulnus irreparabile per i magistrati e dobbiamo fare delle proposte”.
Il leader del sindacato delle toghe ha ricordato come la Giunta abbia verificato sul posto la situazione delle Procure in Calabria, Sicilia e Sardegna (nei giorni scorsi i vertici dell’Anm sono stati anche a Napoli e la prossima settimana si recheranno negli uffici di Catanzaro), “ma il problema riguarda anche gli uffici del Nord, come la Procura di Brescia”. Inoltre, ha osservato Palamara, “sono già state assegnate le sedi ai vincitori dell’ultimo concorso e i bandi per i trasferimento in queste sedi sono andati a vuoto”.
Palamara, poi, ha respinto le accuse di chi afferma che “l’Anm dice di no a qualsiasi proposta”: “abbiamo detto no alla norma che impedisce ai giovani magistrati di svolgere funzioni monocratiche – ha ricordato – che poi è la causa di tutto questo”, mentre sui trasferimenti d’ufficio, ha rilevato che “rischiano di essere incostituzionali, di creare problemi ai più giovani e di disincentivare quelli che vogliono intraprendere la carriera di magistrato”.