Stiamo assistendo “ad una fase di decadenza con episodi disgustosi, come quelli del mercato in Parlamento”. Lo ha detto il presidente del gruppo L’Espresso, Carlo De Benedetti, oggi per la prima volta alla Luiss, dove ha partecipato alla tavola rotonda organizzata in occasione della pubblicazione del libro ‘Classe dirigente’. Secondo De Benedetti “questa non è la politica che può far uscire il Paese dalle secche”.
“I manager in Parlamento rappresentano un’esperienza fallimentare” e “non per fare una facile polemica con Berlusconi, ma non c’è stato in tutto il mondo, a parte la Thailandia, un solo imprenditore che abbia ricevuto un incarico da primo ministro”, ha detto De Benedetti.
“Negli ultimi anni sono aumentati i manager presenti in Parlamento ma non me ne viene in mente uno da citare come esempio positivo – ha aggiunto De Benedetti – Gestire il Paese come fosse un’azienda è una delle più grandi cazzate che si possano pensare”.
Il numero uno del gruppo L’Espresso spiega che “c’è un’incompatibilità di fondo tra il Dna di un imprenditore, che deve essere autocratico, e il Dna di un politico, che invece deve essere democratico”. “E’ un impedimento dato dai fatti, che io ho applicato su me stesso. Avendo una mentalità autocratica, sarei un pessimo politico e non sarei un buon governante, perché non saprei prescindere dalla mia profonda natura”.
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