ROMA – Mentre Paolo Gentiloni è al Quirinale da Sergio Mattarella a presentare la lista dei ministri Denis Verdini, leader di Ala, ed Enrico Zanetti, di Scelta Civica, (entrambi partiti che sostenevano il governo Renzi) mostrano insoddisfazioni proprio per quella lista e avvertono che non daranno più la fiducia al governo se non avranno rappresentanti nell’esecutivo: “Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”.
Verdini e Zanetti nella loro nota congiunta affermano che il governo “deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”.
Prosegue la nota: “In questi giorni abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica e successivamente al presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità: siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un governo nella pienezza delle sue funzioni, sufficientemente forte per far fronte alle immediate emergenze economiche ed internazionali legate al ruolo del nostro Paese, e alla imprescindibile necessità di una legge elettorale che, a nostro avviso, non può che essere il frutto del lavoro del Parlamento della Repubblica e che doveva e deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”, affermano Verdini e Zanetti.
“Di tutto ciò non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo “fotocopia”, senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un’azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”, concludono Verdini e Zanetti.