“Granata va eliminato fisicamente”: fan di Minzolini minacciano il deputato finiano su Facebook

Il finiano Fabio Granata

Fabio Granata è diventato un “bersaglio facile”: dopo le invettive dei compagni di partito, è giunta l’ora anche delle web-minacce dei fan di Augusto Minzolini. Lo ha denunciato Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo (che fa riferimento a Gianfranco Fini), che ha scovato l’intimidazione sulla pagina Facebook dedicata al direttore del Tg1 .

Ecco il racconto del magazine: «Il signor Bettega Fabio chiede pubblicamente, sulla pagina Facebook che raccoglie i fan del direttore di uno dei principali organi di informazione del Paese, l’ ‘eliminazione fisica’, anzi la ‘e-li-mi-na-zio-ne fisicaaa!!’ di un deputato. L’organo di informazione è il Tg1. E il parlamentare nel mirino è Fabio Granata, tanto per essere più precisi».

FareFuturo ha riportato anche altri commenti, apparsi sulla pagina del social network, poi però ha precisato: «Nessuna accusa a Facebook: abbiamo sempre sostenuto che i social network non sono pericolosi, non sono ‘peggio delle Brigate rosse’ (citazione di Schifani, nda), non sono covi di briganti, terroristi e brigatisti. Si tratta, piuttosto, di strumenti per ‘captare’ meglio quello che si muove nel Paese, per coglierne le pulsioni, gli umori, gli istinti. Uno strumento utile, insomma. Altro che pericolo».

«E allora – continua l’articolo – non può che destare preoccupazione vedere che un signore con nome, cognome, foto e pagina personale non esita a invocare l’eliminazione fisica di un cittadino italiano. Che sia un deputato poco importa. Anzi non importa nulla. Il signor Bettega incarna una brutta, bruttissima faccia di questo paese. Quella brutta faccia che non ricorda, o finge di non ricordare, dove ci hanno trascinato parole del genere, verso quale abisso ci hanno portato quelle minacce, quelle incitazioni alla violenza, quella sete di ‘eliminazione fisica’. E vorremmo tanto sperare che il signor Bettega sia un triste caso isolato. Che sia soltanto un ‘errore di sistema’».

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Alberto Francavilla