La politica dei “grandi eventi” verrĂ anche utilizzata nei Comuni. Cerimonie, manifestazioni di prestigio, grandi celebrazioni religiose saranno gestite anche a livello locale con la discrezionalitĂ e l’autonomia finanziaria di cui godono le emergenze naturali. Gli enti locali dovranno perĂ² concordare “grande evento” con il governo.
Entro domani, 24 marzo, la norma verrĂ trasformata in legge, nell’ultimo passaggio del decreto Enti locali giĂ approvato dalla Camera il 16 marzo. Con il decreto Protezione civile, l’opposizione era riuscita un mese fa a stoppare la trasformazione del dipartimento in spa, con tutto quello che ne conseguiva. Uno stop maturato anche alla luce dell’inchiesta giudiziaria, delle intercettazioni e dello scandalo che ha coinvolto il capo, Guido Bertolaso. Sotto accusa era proprio la gestione in libertĂ delle emergenze e a seguire dei grandi eventi come fossero emergenze.
L’emendamento che ora allarga il beneficio ai Comuni è stato introdotto dal governo Berlusconi nel decreto sugli Enti locali nella prima lettura a Montecitorio, quando il testo è arrivato in aula per essere poi blindato con la fiducia.
La norma (il quarto comma dell’articolo 4) introduce una vera novitĂ per le amministrazioni locali. Esclude infatti dal saldo finanziario dei loro bilanci – rilevante ai fini del patto di stabilitĂ interno (l’equilibrio dei conti che gli enti devono rigorosamente rispettare) – le spese sostenute per i cosiddetti “grandi eventi”. I Comuni non potranno spendere in libertĂ le risorse che lo Stato concederĂ loro ad hoc perchĂ© le “iniziative di particolare rilevanza” dovranno essere dichiarate tali con ordinanza della Protezione civile.
Il decreto Enti locali sarĂ discusso ogg, 23 marzo, in aula al Senato, ma con i suoi quattro articoli appena sarĂ approvato con rapiditĂ , forse giĂ in giornata.
