Le mozioni di sfiducia al governo Berlusconi dovrebbero contrare alla Camera su 317 firme. Quindi sulla carta, in base a questi calcoli, Silvio Berlusconi al momento non dovrebbe ottenere la maggioranza il 14 dicembre. A fare i conti, il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino. ”Siamo a quota 317” assicura il braccio destro di Gianfranco Fini, un numero che, se anche per un soffio, sarebbe sufficiente a mettere il governo in minoranza.
La nuova mozione di sfiducia, che verra’ presentata il 9 dicembre dal cosiddetto ‘terzo polo’, dovrebbe contare su 85 voti. Il totale si dovrebbe raggiungere sommando i voti dei 35 parlamentari dell’Udc, con i 6 dell’Api di Francesco Rutelli i 5 del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, i 3 Libdem rappresentati da Italo Tanoni, Daniela Melchiorre e Maurizio Grassano. A questi si dovrebbero aggiungere il repubblicano Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti, ora al gruppo Misto.
I finiani porteranno invece in dote 34 voti, visto che rispetto al totale del gruppo, che conta 36 deputati, mancheranno le firme del Presidente della Camera, Gianfranco Fini e di Gianfranco Catone, che se ne va. C’e’ invece la firma di Giulia Cosenza, che non potrà però votare la mozione per problemi di salute. Il documento del terzo polo è stato alla fine sottoscritto da Catia Polidori che – precisa la sua segreteria dopo che il suo nome era finito tra quelli dei possibili contrari alla mozione – ”non ha alcuna perplessità”. In totale la mozione avrebbe quindi 85 voti. I numeri del terzo polo si sommerebbero a questo punto a quelli espressi dai sottoscrittori dell’altra mozione di sfiducia gia’ presentata dal Pd con l’Idv. Si tratta, in questo caso, dei 24 deputati Idv e dei 206 Pd a cui si potrebbe aggiungere il voto di Beppe Giulietti, portando il documento a 231 voti.
A questo punto il totale dei parlamentari firmatari di una mozione di sfiducia contro il governo sarebbero 316, a cui si dovrebbe aggiungere però il valdostano di Uv Roberto Nicco. Non sottoscrivera’ invece la sfiducia Massimo Calearo, ex Api ora al Misto. ”Io non firmo sfiducie: o mi astengo o voto a favore” ha detto il parlamentare. Ne’ si dovrebbe contare tra i firmatari del no al governo Bruno Cesario, anche lui al gruppo misto ed ex Api. Ci sono invece gli altri due deputati delle minoranze linguistiche che potrebbero aggiungersi alla lista. In occasione del voto di fiducia del 29 settembre i due altoatesini Brugger e Zeller (Svp) si astennero, mentre il valdostano di Uv Roberto Nicco votò contro.