Che sia stato Massimo Tartaglia a lanciare la statuetta contro Berlusconi è cosa certa, quel che resta da chiarire è il perchè di tale gesto e soprattutto di chi sia realmente la colpa. Già perché Tartaglia a parte ci sarebbero dei “mandanti morali” a fomentare la spirale di odio che si è venuta a creare intorno al premier, spirale può essere stata scatenata da diversi fattori e proprio su questi fattori la stampa di destra, Libero e Il Giornale su tutti, focalizza la sua attenzione.
In un editoriale su Libero i colonnelli Pdl Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliarello addossano le colpe alla magistratura e alla Corte Costituzionale che «nelle ultime settimane sono venute meno al loro ruolo di garanzia, guarda caso a partire dalla bocciatura del Lodo Alfano».
Questa opinione viene efficacemente illustrata dalla prima pagina de Il Giornale, con una gigantesca vignetta di Giorgio Forattini nella quale si vede un giudice che lancia a Berlusconi una riproduzione del Duomo di Milano.
«Contro Silvio un agguato organizzato» è il titolo dell’editoriale proposto dal direttore de Il Giornale Vittorio Feltri, il quale sostiene che l’aggressione al premier «è in realtà il frutto di un clima d’odio cominciato dal lontano 1993, una crociata contro Berlusconi fomentata per anni dalle accuse di Di Pietro e company».
Poi i quotidiani di destra scendono in difesa del premier rispondendo a chi dall’altra parte accusava Berlusconi di rigirare la frittata a proprio favore. «Ora Berlusconi non deve fare la vittima» aveva detto Rosi Bindi del Pd. Una frase ad effetto che non è andata per nulla giù a Vittorio Sgarbi, che in un suo articolo sul quotidiano di Feltri ricalca una frase già detta dal premier alla stessa Bindi: «Avevo ragione: la Bindi è più bella che intelligente» è il titolo di Sgarbi.
A questo punto non poteva mancare un attacco ai rivali di casa Repubblica con il quotidiano di Ezio Mauro accusato di nascondersi. «Ieri invitavano alla rivolta, ora nascondono la penna» è il titolo dell’articolo scritto da Mario Giordano per Libero che definisce Repubblica e L’Unita «giornali con la faccia tosta dei lupi che poi si travestono da agnelli».
Infine un appello (minaccia?) da parte de Il Giornale al leader dell’Udc Pierferdinando Casini “colpevole” di non aver scaricato Di Pietro dopo le pesanti dichiarazioni del capo dell’Idv. «Casini non si rende conto che insistere con l’alleanza anti Berlusconi evocando l’antifascismo significa in realtà fomentare l’odio».