ROMA – Il ‘rassemblement’ al centro scatenato da Casini potrebbe mettere a rischio il varo della riforma elettorale. L’aria di possibili elezioni anticipate liberata sia dall’operazione Partito della Nazione, sia dall’annuncio di Angelino Alfano di grandi iniziative dopo le amministrative, potrebbe bloccare definitivamente la possibilita’ di cambiare il ‘porcellum’, come tutti ufficialmente dicono di auspicare, prima del ritorno alle urne.
Va letto in questo senso il grido di allarme lanciato da Renato Schifani. ”Attendo da giorni una proposta di riforma elettorale. Se ne parla tanto ma non vedo proposte”, dice il presidente del Senato, che invita di nuovo i partiti a far presto ”perche’ il Senato – aggiunge – e’ pronto e siamo ancora in tempo per farla”.
A fare presto invita anche Rocco Buttiglione. Perche’, sostiene l’esponente dell’Udc, ”se non ci diamo da fare subito, il rischio di tornare a votare con il porcellum c’e”’. I centristi sono piu’ che convinti della necessita’ di archiviare il ‘porcellum’; ”Non e’ piu’ tempo di scherzare: non possiamo andare a votare con questa legge elettorale”, sbotta Lorenzo Cesa, secondo cui l’esame della proposta di riforma va avviata ”dalla prossima settimana”: cioe’ da mercoledi’, quando gli ‘sherpa’ dei partiti consegneranno il testo che scaturisce dall’intesa.
Intesa che, viene assicurato dai componenti del gruppo di lavoro, ci sarebbe gia’, a parte qualche piccolo dettaglio che andrebbe smussato da qui a mercoledi’, il termine che e’ stato individuato da Alfano, Bersani e Casini per avviare l’esame parlamentare della riforma. Ma evidentemente l’ottimismo delle parole non sarebbe confortato dai fatti: Da qui scaturirebbe il richiamo di Schifani a fare presto, ma trarrebbero origine anche le parole di Enrico Letta. ”Io ho l’impressione che si stia traccheggiando e non va bene”, sostiene il vicesegretario del Pd che, ricordando come la settimana prossima sia l’ultima ”per un segno concreto di partenza del treno”, invita le forze politiche a ”smetterla con le ipocrisie” aggiungendo progetti su progetti di riforme. Anche se Pierluigi Castagnetti rileva che ogni discorso sulle riforme e’ sostanzialmente sospeso fino a dopo le elezioni amministrative: solo da allora, dati elettorali alla mano, si potrebbe arrivare a una mediazione definitiva.