Il decreto sulle fondazioni liriche è legge, via libera dal Senato

La protesta dei lavoratori delle fondazioni liriche

L’Aula del Senato ha approvato in terza lettura il decreto legge sulle fondazioni liriche. Il provvedimento non ha subito modifiche rispetto al testo licenziato la settimana scorsa dalla Camera e dunque diventa legge.

Il provvedimento ha ottenuto 150 voti a favore (PdL e Lega Nord). I voti contrari sono stati 112 e 3 gli astenuti. Oggi era l’ultimo giorno utile per la conversione del decreto, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 aprile.

Stretta sulle assunzioni, tagli alle retribuzioni, regole piu’ severe per la concessione dei finanziamenti statali. Ecco, in sintesi, i contenuti del decreto sulle fondazioni liriche convertito definitivamente in legge dal Senato.

AUTONOMIA: vale per tutte le fondazioni liriche e non solo per il Teatro alla Scala di Milano e l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Lo statuto di ciascuna Fondazione deve essere approvato dai ministri dei Beni Culturali e dell’ Economia.

PENSIONE A 45 ANNI: l’eta’ pensionabile per i ballerini, uomini e donne, e’ fissata a 45 anni. Ma chi ha raggiunto o superato questa soglia , per i due anni successivi all’ entrata in vigore della legge, puo’ restare in servizio fino al vecchio limite dei 52 anni per gli uomini e in 47 anni per le donne.

CACHET PER ‘STAR’, TOLTI LIMITI: La Camera ha eliminato il tetto originariamente previsto per i compensi di cantanti, ballerini e musicisti.

STRETTA SU ASSUNZIONI E CONTRATTI Regole nuove per le le graduatorie di orchestrali e ballerini. Nelle fondazioni liriche viene previsto il blocco del turn over. Nel 2012 i compensi degli integrativi saranno tagliati del 25 per cento, tranne che nelle fondazioni con i conti in pareggio.

DEROGA PER IL PETRUZZELLI: Alla Fondazione Petruzzelli e’ concesso di derogare al blocco delle assunzioni stabilito dal decreto, perche’ ha ripreso l’attivita’ da poco.

LAVORO IN PROPRIO DI MUSICISTI E BALLERINI: per esercitare l’attivita’ autonoma serve l’autorizzazione del sovrintendente.

CONTRIBUTI: I fondi dello Stato sono assegnati assegnati in base a una serie di fattori: importanza culturale della produzione svolta, regolarita’ gestionale, affluenza del pubblico.

RIFORMA IMAIE: l’istituto mutualistico del settore, pur restando privato,operera’ sotto la vigilanza congiunta della Presidenza del Consiglio e dei ministri dei Beni Culturali e del Lavoro per evitare i ”gravi dissesti” dovuti alla gestione degli ultimi anni. Salvi dunque i posti di lavoro dei dipendenti e le prestazioni mutualistiche che fanno capo all’Istituto.

Bondi: dl salverà Opera dal fallimento. ”L’approvazione del decreto sulle fondazioni liriche è una riforma che salverà dal fallimento l’opera lirica”. Lo afferma in una nota il ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi sottolineando che ”da anni questa crisi era nota ma nessuno aveva mai fatto niente per affrontarla. Il profilo riformista del governo Berlusconi – aggiunge Bondi – si evidenzia anche con questa legge che ha il merito di dimostrare che amare la cultura non significa ignorare il modo in cui le risorse pubbliche vengono utilizzate”.

Protestano musicisti della Scala. Poco prima della seduta pomeridiana del Senato, intanto, i lavoratori della Scala avevano iniziato una pacifica forma di protesta improvvisando un concerto sotto i portici del teatro milanese. Sotto gli occhi stupiti e divertiti di passanti e turisti, i musicisti hanno intonato alcune arie famose dalla Carmen, dalla Turandot con ‘Nessun dorma’, dal Faust e dal Guglielmo Tell sotto un grande striscione issato sulla facciata con su scritto: ”Moratti la donna immobile”.

Da giorni i lavoratori del teatro scaligero lamentano infatti la mancata presa di posizione del sindaco di Milano (nonchè presidente della Fondazione) sugli effetti della riforma voluta dal ministro Sandro Bondi.

Tutti i lavoratori in agitazione, come ormai d’abitudine, sfoggiano una coccarda gialla, simbolo della loro protesta. Domani è stata convocata un’assemblea sindacale che potrebbe decretare ufficialmente l’annullamento delle prossime tournee della Scala, a Napoli e a Buenos Aires.

Avuto notizia della definitiva conversione in legge del decreto di riforma delle Fondazioni liriche in Senato, poi, i lavoratori della Scala hanno ripreso la protesta, improvvisando un concerto all’esterno del teatro milanese. Musicisti e orchestrali si sono raccolti accanto al portico sotto un enorme striscione con lo slogan ‘No al decreto si’ alla musica si’ alla cultura’, intonando arie famose. Come forma di protesta alla nuova legge i lavoratori della Scala hanno steso sotto i portici la sagoma che raffigura un uomo morto con su scritto ‘Lirica’, accompagnato dal cartello ‘James Bondi: licenza di uccidere’. Tra i lavoratori scaligeri in agitazione sono apparse alcune bandiere dell’Italia dei Valori, il partito che piu’ si e’ opposto alla conversione del decreto legge voluto dal ministro dei beni culturali, Sandro Bondi. Come gia’ nel primo pomeriggio di oggi, e’ riapparso sulla facciata del Teatro alla Scala lo striscione con su scritto ‘Moratti: la donna immobile’, che contesta la mancata presa di posizione del primo cittadino sulla protesta dei lavoratori.

I lavoratori del Teatro hanno anche inscenato un piccolo corteo funebre portando una tomba con su scritto ‘Cultura’ davanti all’ingresso di Palazzo Marino, sede del Municipio di Milano. Dopo aver posizionato il feretro e un mazzo di gigli davanti al Comune, alcuni musicisti hanno suonato il Silenzio. ”Vergogna, vergogna – hanno gridato i lavoratori in agitazione – sindaco Moratti il 7 dicembre la Scala per te sara’ chiusa”.

Non saltera’ questa sera alla Scala il balletto Romeo e Giulietta, anche se prima dello spettacolo i lavoratori leggeranno un messaggio per spiegare le loro ragioni contro il decreto di riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche che oggi e’ diventato legge. E promettono battaglia anche se con sfumature leggermente diverse. ”La mobilitazione continua – ha sottolineato Giancarlo Albori (Cgil) -. Il decreto e’ illegittimo e anticostituzionale”. Secondo Domenico Dentoni, della Uil, ”il lavoro parlamentare ha reso il testo migliore del decreto originale” e ora bisogna lavorare, come e’ successo con la legge Asciutti, ”per migliorare la legge e sara’ una battaglia lunga”. ”Ora – ha concluso Silvio Belleni della Cisl – lavoriamo sull’autonomia della Scala: aspettiamo entro settembre il regolamento”.

Una rumorosa protesta è andata in scena anche davanti al teatro Comunale di Bologna, in occasione del cda della Fondazione, con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio. Una ventina di manifestanti, soprattutto della Fials-Cisal ma con rappresentanze anche di altri sindacati, ha atteso l’ingresso dei membri del Consiglio, grandidando ”Vergogna!”, ”Pagate!”, via via che questi facevano il loro ingresso nel palazzo. I lavoratori, tutti con un fischietto, hanno portato uno striscione con scritto: ”Cda + sovrintendente = 4 anni di fallimenti”, e un altro cartello che recitava: ”Fuori la cricca”. Hanno indossato anche magliette bianche con raffigurato il principe Giovanni del cartone animato di Walt Disney, con il dito in bocca e un fumetto: ”Ora chiamo la Digos”. ”E’ il sovrintendente Tutino”, ha spiegato Enrico Baldotto, sergretario provinciale Fials-Cisal. Gli unici applausi sono stati per Anna Maria Cancellieri, che in qualita’ di Commissario straordinario e’ presidente della Fondazione. ”Mandali a casa”, le hanno urlato. ”Non fate queste cose”, ha risposto lei.

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luiss_vcontursi