«Luigi Granelli si inserisce appieno in una tradizione che non muore e che vuol essere di tutti e non di parte». Così il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo ricorda la figura di Luigi Granelli nel corso della sua commemorazione nell’Aula di Palazzo Madama e sottolinea: «Non dovette mai gridare in un comizio o alle Camere che le sue mani erano pulite, perché le sue mani erano davvero pulite».
Di Giovan Paolo ha ricordato innanzitutto “l’uomo politico”: «Granelli era stato operaio alle acciaierie Italsider e ricordava sempre questa esperienza come fondativa e qualificante. Soprattutto quando fu ministro delle Partecipazioni Statali e Ministro della Ricerca Scientifica dimostrò quanto la sua esperienza di lavoro, unita alla sua scelta politica, collocava la dimensione nazionale del suo impegno per un’Italia che sapesse far tesoro delle capacità lavorative giocando i suoi talenti in positivo, mettendo le risorse di tutti al servizio di tutta la Nazione, dando un ruolo fondamentale in questo alla dimensione umana e comunitaria del lavoro».
Continua il senatore Pd: «Per lui, ritorna sempre questo riferimento, l’insieme delle aziende delle Partecipazioni Statali italiane era un sistema da curare con perizia, che poteva e doveva produrre non solo profitti ma il Bene comune della Nazione. E i lavoratori, i ricercatori, i manager, non erano semplici numeri ma protagonisti del lavoro, creando dignità e condivisione. Come Ministro della Ricerca Scientifica, rafforzò il ruolo del Cnr dotandolo di mezzi, risorse umane e competitività europee in un disegno generale che rimane misura delle difficoltà di oggi».
Di Giovan Paolo ha ricordato che Granelli «nato, vissuto e morto a Lovere, in provincia di Bergamo fu certo uomo del Nord, ma che ci fece amare il Nord d’Italia come luogo dei record produttivi del Paese ma anche come Nord capace di comprendere e lottare per ridurre le disuguaglianze del Sud d’Italia e del mondo. Era un uomo del Nord con lo spirito libero ed ironico di un “Bertoldo”, che sapeva entusiasmare anche il Sud. Di questi uomini del Nord sentiamo la mancanza nell’agone politico odierno».
Il senatore del Pd ha infine ricordato che Luigi Granelli era «un convinto assertore della laicità della politica. Di una politica cioè che non vive nel rapporto tra fede e pragmatismo ma che accetta il codice del dubbio e la possibilità dell’errore umano. In questa idea risiede la sua coerenza di cattolico democratico. Di chi non fa della propria fede una ideologia rassicurante per costituirsi come gruppo a parte, difensore dei principi pur legittimi di interessi di parte ma anzi usa le proprie radici per incontrare la comunità nazionale e internazionale, costruire elementi di raccordo ed armonia, costruire ponti di dialogo vero e duraturo perché fondati sul confronto».