Il Senato fa quadrato attorno a Roberto Castelli, via libera alla costituzione in giudizio contro il conflitto di attribuzione

Roberto Castelli

ROMA – Via libera del Senato a costituirsi in giudizio contro il conflitto di attribuzione sollevato dalla Corte di Appello di Roma in relazione ad un procedimento civile riguardante Roberto Castelli querelato quando era ministro dal segretario del Pdci Oliviero Diliberto.

La proposta dalla Giunta delle Immunità parlamentari è stata accolta da 145 sentori della maggioranza, respinta da 108 senatori dell’ opposizione mentre un solo senatore si è astenuto. La vicenda risale al 18 marzo 2004, quando durante la trasmissione televisiva ‘Telecamere’ Diliberto accuso’ Castelli di essere sceso in piazza il giorno prima a gridare ‘chi non salta italiano è!’.

Parole a cui Castelli replico’ con un ‘piuttosto che andare in giro a sprangare come fai tu, preferisco saltare’ beccandosi una querela. Gia’ il 22 luglio 2009, il Senato aveva deciso la non giudicabilità del senatore Castelli in sede di giustizia ordinaria perché il fatto contestato deve intendersi come reato ministeriale in quanto Castelli lo ha commesso nel perseguimento ‘di un preminente interesse pubblico’.

Oggi il Senato ha deciso di fare opposizione sul procedimento civile. Il senatore Castelli ha preso la parola in aula per spiegare di ”trovare eccessiva questa che si è trasformata in una telenovela”. ”Diliberto di fronte alla mia frase, sicuramente eccessiva, – riferisce Castelli – mi disse testualmente ‘il mio partito ha bisogno di soldi ti querelo e ti faccio causa civile’. Questa è l’alta motivazione per cui è andato avanti fino a oggi”.

Il viceministro ha sottolineato di aver ”offerto una transazione amichevole” definendo l’episodio ”una banalità”. ”Siamo ancora qua – ha osservato – perché non sono perseguito in quanto Castelli Roberto ma in quanto esponente della Lega che allora faceva il ministro”.

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Emiliano Condò