«Un amministratore che si contiene fa notizia come il padrone che morde il cane, visto il costume etico-morale a cui ci ha abituato la politica». Ha ragione Giuseppe Vezzari, sindaco cinquantatreenne di Illasi, paese di poco più di cinquemila abitanti a venti chilometri da Verona. Effettivamente la decisione presa dall’amministrazione comunale di centrodestra della cittadina rappresenta un caso raro.
Come riferisce il giornale “L’Arena” di Verona, per cercare di risanare i conti del comune, dallo scorso primo gennaio Vezzari e sei assessori hanno rinunciato ai propri stipendi, rispettivamente di 970 e di 600 euro lordi al mese. «Con 700 mila euro di entrate in meno, giocoforza bisognava ridurre le spese “politiche”» ha affermato il sindaco, «Se devo ridurre la quantità e la qualità dei servizi ai cittadini è giusto che anch’io e gli assessori facciamo un sacrificio in questi tempi di crisi per tutti. Del resto io vivo della mia professione e con i soldi dell’indennità ci pagavo le spese per i trasferimenti o poco più». Vezzari infatti di lavoro fa l’agente assicurativo, ed è sindaco da giugno 2009.
Quello del risparmio è un percorso iniziato già dalla precedente giunta di centrosinistra, come fa notare il primo cittadino: «La giunta precedente si era già dimezzata gli stipendi. Ma non basta. I soldi risparmiati con il taglio dei nostri stipendi andranno alle associazioni per mantenere l’impegno che ho preso in campagna elettorale».
Rinunciare allo stipendio però probabilmente non sarà sufficiente a rimettere in sesto le casse del comune. Per questo Vezzari, oltre ad aver ridotto le ore di riscaldamento negli edifici comunali e aver diminuito di un’ora l’illuminazione pubblica, ha chiesto ai cittadini di destinare il proprio cinque per mille dell’Irpef al comune.
*Scuola di Giornalismo Luiss