Fini: “Stranieri diversi? Chi lo dice è un stronzo”

Non usa mezzi termini Gianfranco Fini per definire chi usa “qualche parola di troppo” nei confronti degli immigrati: sarebbe uno “stronzo”, afferma parlando con i ragazzi di una scuola media. Nel corso di un incontro nel centro ‘Semina’ con i ragazzi, per la maggioranza stranieri tra gli 8 e i 18 anni di età, della associazione ‘Nessun luogo e’ lontanò, Fini ha fatto diverse domande ai presenti: “Qualche volta vi pesa essere qui? C’é qualcuno che ve lo fa pesare? O qualche volta c’é qualche stronzo che dice qualche parola di troppo?”. I ragazzini ridono e il presidente della Camera prosegue: “Uso questa parola perché se qualcuno dice che siete diversi la parolaccia se la merita: voi la pensate io la dico”.

“Fini ha perfettamente ragione a dire che è stronzo chi dice che lo straniero è diverso. Ma è altrettanto stronzo chi illude gli immigrati”: lo ha detto all’ ANSA il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, interpellato sulle affermazioni del presidente della Camera. “E’ infatti una stronzata, per usare il linguaggio di Fini – spiega Calderoli -, illudere gli extracomunitari che il nostro é il Paese di ‘Bengodi’ e che c’é lavoro per tutti, visto che il lavoro manca in primo luogo ai nostri cittadini. Fare questo é pura demagogia e allora si spalancano le porte a migliaia di persone destinate a finire nella rete delle illegalità, della criminalità o dello sfruttamento”. “E non è dando il voto – aggiunge – che si risolvono i problemi dell’ integrazione”. “Uguali sì – conclude Calderoli – lo sono tutti gli uomini quando nascono, ma l’ integrazione e l’ accoglienza prevedono non delle belle frasi ma degli atti concreti e molta intelligenza nel sapere costruire. E, per finire, l’uguaglianza d’origine prevede che ci sia anche un cammino di civiltà condivisa, senza la quale si crea solo lo scontro tra popoli e tra culture”.

Nel centrodestra non c’è tregua né pace, neppure lessicale. Ma anche se si usano le stesse parolacce c’è chi ha torto e chi ha ragione. E in questo caso ha ragione il presidente Fini che ricorda principi elementari di uguaglianza e auspica una vera integrazione», dice Rosy Bindi, presidente Pd, aggiungendo che «per farlo, però, non bastano piccoli ritocchi alla Bossi-Fini. Serve un cambiamento in profondità per cancellare l’impianto di una legge che alimenta la clandestinità e ostacola la convivenza multietnica e multiculturale».

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