«In Italia non c’è razzismo, ma tanta xenofobia, l’anticamera del razzismo». Lo ha sottolineato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla presentazione del dossier immigrazione della Caritas Migrantes.
Fini, ricordando l’etimologia della parola, ha detto che xenofobia vuol dire paura dello straniero. Una paura che nel nostro Paese, a detta del presidente della Camera è strisciante. Che vuol dire pregiudizio e molta ignoranza. «Il primo impegno dell’istituzione -ha concluso Fini – deve essere quello di combattere questa paura immotivata».
Nell’ambito della stessa presentazione ha preso la parola anche Monsignor Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale migrazioni e migrantes. Per Schettino, in Italia si sente parlare con troppa enfasi di “pacchetto sicurenza” e non si parla affatto di “pacchetto integrazione”.
«La Conferenza Episcopale Italiana, con toni meditati ma fermi e ripetuti – ha aggiunto il vescovo – ha avuto modo di sottolineare che senza integrazione non c’è politica migratoria. All’assemblea generale della Cei nel giugno scorso, il cardinal Bagnasco ha ribadito che per governare l’immigrazione non basta concentrarsi sulle sole esigenze di ordine pubblico. La vera sicurezza nasce dall’integrazione».
«La Chiesa -ha detto Schettino – parte dalla concezione del migrante come persona portatrice di diritti fondamentali inalienabili, concezione collegata direttamente con la fede in Dio Padre di tutti. Le decisioni politiche trovano un limite nel rispetto della dignità delle persone».
Per la Cei, quindi «l’eccessiva enfasi posta sul pacchetto sicurezza ha visto perplessa e contrariata la comunità ecclesiale, ai vertici e alla base, specialmente tra le migliaia di operatori pastorali impegnati nel campo dell’immigrazione».