«Dicono che a Verona, una città dove la destra è sempre stata forte, alle ultime votazioni il quaranta per cento degli ex elettori di An abbia preferito la lega al Pdl». Inizia così Michele Brambilla il suo reportage su La Stampa di oggi, cercando di spiegare il perchè ci sia stato un effettivo travaso di voti dagli ex An al Carroccio.
Il giornalista fornisce esempi concreti: Marco Pezzotti, sindaco di Tregnago, e Vincenzo Bonomo, sindaco di Angiari, erano due dei dieci sindaci di An in provincia di Verona che ora sono passati entrambi alla Lega. Un altro volto che è lì a dimostrare il trasloco in corso è quello di Fabio Venturi, 30 anni. Era una giovane promessa del partito di Fini, per due mandati consigliere della quinta circoscrizione a Verona, quella di Borgo Roma, un quartiere popolare. Ha lasciato An, è passato alla Lega e ora di quella circoscrizione è presidente.
Sono molte le lamentele del popolo di destra di Verona contro Fini. Le sue uscite sugli immigrati. Ma non solo. Anche un difetto che è lo stesso che Fini rimprovera a Silvio Berlusconi: l’essere un monarca.
Vittorio Di Dio, assessore ai lavori pubblici di Verona, osserva che «secondo Matteoli, che è sempre stato finiano, quel che dice Fini non fa più parte della cultura di destra: ha perfettamente ragione. Fini sta percorrendo una strada che non è quella che abbiamo percorso insieme». Quindi un leader non può cambiare idea? «Io non credo che a quell’età si possa cambiare idea. Ma se anche fosse sincero, Fini dovrebbe avere l’onestà di ripresentarsi agli elettori. Noi, per tradizione, siamo abituati a seguire il capo. ma quando il capo fa tante giravolte, e per giunta senza consultare nessuno, è chiaro che la base resta disorientata».