Inchiesta G8, Pecorella: “Ecco perchè l’autorizzazione per procedere contro Lunardi va negata”

La Giunta potrebbe non concedere l’autorizzazione a procedere per Pietro Lunardi per l’esistenza di un fumus persecutionis nei confronti dell’ex ministro delle Infrastrutture. Ne è convinto l’onorevole Gaetano Pecorella, difensore di Lunardi, che in un colloquio con il Corriere della Sera parla di ”un’alterazione non tanto delle risultanze investigative, ma di alcuni fondamentali dati storici”.

Le argomentazioni di Pecorella sono tre. Angelo Balducci, l’ex numero uno del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ”viene falsamente indicato dall’accusa come capo di Gabinetto del ministro Lunardi e tale ruolo avrebbe favorito l’intervento risolutivo nell’operazione di acquisto di un palazzetto di Propaganda Fide da parte di Lunardi”, dice l’avvocato. Una situazione analoga riguarderebbe i rapporti tra Lunardi e il magistrato romano Achille Toro, perchè ”anche in questo caso è un dato palesemente falso il fatto che Toro avrebbe rivestito il ruolo di capo di Gabinetto di Lunardi”, continua Pecorella.

Sarebbe poi falso che l’imprenditore Anemone sarebbe stato presente alla stipula del rogito: ”Rileggendo il verbale dell’architetto Zampolini si scopre che Anemone era presente in tutt’altra circostanza”. Inoltre, sottolinea Pecorella, ”mancano i presupposti della corruzione, ”perchè Propaganda Fide aveva diritto al finanziamento ottenuto dallo Stato per il restauro del suo Palazzo di piazza di Spagna, e poi perchè sarebbe stata una ben strana corruzione quella per cui il palazzo di via dei Prefetti sarebbe stato venduto dal cardinale Sepe a Lunardi ben nove mesi prima dell’avvio delle pratiche di finanziamento”.

L’onorevole sottolinea infine che i magistrati di Perugia non hanno trasmesso alla Giunta gli atti che riguardano il cardinale Sepe, “e per questo motivo potrebbe essere sollevato un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta”.

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Alessandro Avico