L’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Angelo Balducci e l’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli – personaggi chiave della cosiddetta ‘cricca’ che aveva allungato le mani sugli appalti per i ‘Grandi eventi’ – saranno interrogati domani nel carcere romano di Regina Coeli nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla magistratura fiorentina.
Nei confronti dei due sono state emesse ordinanze di custodia cautelare venerdì scorso. Gli interrogatori si terranno tramite rogatoria e saranno quindi condotti da un magistrato della Capitale. Per entrambi l’accusa è di concorso in corruzione continuata e aggravata, con riferimento, in particolare, all’appalto per la Scuola marescialli dei carabinieri a Firenze. Piscicelli è difeso dall’avvocato Marcello Melandri, mentre Balducci è assistito da Franco Coppi e Roberto Borgogno. Per il gip di Firenze, Rosario Lupo, Balducci «ha gestito in modo del tutto personalizzato ed egoistico l’enorme potere in parte conferitogli con incarichi di prestigio nella pubblica amministrazione e in parte conquistato sul campo, capace di costruire una ragnatela di rapporti alquanto influenti e forti». Piscicelli viene definito «sciacallo» dal giudice fiorentino: era infatti lui a dire, in un’intercettazione, che la notte del terremoto in Abruzzo rideva pensando ai ghiotti appalti per la ricostruzione. Nell’ambito della stessa inchiesta è previsto invece per mercoledì prossimo l’interrogatorio del costruttore fiorentino Riccardo Fusi, patron della Btp (ha lasciato l’incarico di presidente lo scorso 18 febbraio).
Anche per Fusi era stata avanzata la richiesta di custodia cautelare da parte del pm, ma il gip l’ha respinta non ravvisando il pericolo di fuga e rilevando che il costruttore era fuori dal sistema di corruttela nella gestione dei grandi appalti costituitosi al dipartimento governativo di via della Ferratella. In settimana, poi, il gip si è riservato di interrogare l’avvocato romano Guido Cerruti, agli arresti domiciliari per le sue condizioni di salute. Sul fronte perugino dell’inchiesta dovrebbe esserci domani il parere del pm sulle richieste di scarcerazione avanzate negli interrogatori di garanzia dai legali di Diego Anemone, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e, di nuovo, Angelo Balducci. Subito dopo ci sarà la decisione del gip. Ma l’inchiesta G8 potrebbe anche finire all’attenzione del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella parte che riguarda il coinvolgimento di uomini dei servizi segreti ed in merito al rilascio del Nos (il Nullaosta di sicurezza) al gruppo del costruttore Anemone.