L’ex presidente della Corte di Cassazione Alberto Capotosti bacchetta i giudici del tribunale di Milano che non hanno concesso il legittimo impedimento a Silvio Berlusconi nell’udienza del processo Mediaset di lunedì 1 marzo. Per Capotosti, infatti, “se nuove esigenze sono sopraggiunte per un giorno già fissato, nello spirito di leale collaborazione si può spostare o differire l’udienza”.
L’ex presidente, intervistato dal Corriere della Sera, aggiunge: “Sostenere che il Consiglio dei ministri sia stato spostato ad arte per evitare l’udienza milanese mi sembra un po’ eccessivo. Se i provvedimenti legislativi non erano pronti venerdì, era sicuramente nel potere del premier di riconvocare il Consiglio. Solo se una situazione del genere si fosse prodotta non una, ma più volte – spiega – allora i giudici potrebbero avere una giustificazione”.
Per Capotosti “dovrebbe essere lo stesso presidente del Consiglio”, e non il governo, “a proporre il ricorso per conflitto (di attribuzioni fra poteri dello Stato) davanti alla Corte costituzionale”. La Consulta “potrebbe dichiarare la nullità dell’udienza, ma l’effetto sul processo saranno gli stessi giudici a determinarlo”.
Il disegno di legge sul legittimo impedimento, aggiunge Capotosti, “penso possa essere opportuno, anche se secondo me il meccanismo individuato è troppo rigido e sbilanciato a favore dell’esecutivo, sia pure per il tempo limitato di 18 mesi”.