Augusto Minzolini e Giancarlo Innocenzi sono indagati dalla Procura di Trani, così come il premier, nell’ambito dell’inchiesta Rai – Agcom. Il direttore del Tg1 è stato iscritto nel registro degli indagati per “rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale”. Minzolini fu interrogato il 17 dicembre 2009 dal pm Michele Ruggiero, che si era raccomandato di non rivelare il contenuto del colloquio.
Invece Minzolini, appena uscì dal tribunale di Trani, chiamò un collaboratore di Silvio Berlusconi e gli disse che i magistrati pugliesi lo avevano interrogato facendo «un sacco di domande». Minzolini è insospettito delle domande dei magistrati, che chiedono soprattutto quali rapporti ci siano tra il Tg1, l’Agcom, i vertici della Rai e la Presidenza del Consiglio. Minzolini, però, non sapeva di essere intercettato. Il direttore del Tg1 era in compagnia di Nicola Giorgino, candidato per il Pdl alle regionali in Puglia e fratello del giornalista Francesco Giorgino.
Come dimostrano i tabulati, le telefonate di Minzolini partirono tutte da Trani: per questo la Procura pugliese ha rivendicato la titolarità dell’inchiesta.
Anche per quanto riguarda Innocenzi la competenza dell’inchiesta spetta alla Procura di Trani: è nella città pugliese che il presidente dell’Agcom ha detto il falso agli investigatori. Innocenzi sostenne di non aver mai ricevuto pressioni da un pubblico ufficiale. Le telefonate ricevute da Berlusconi sembrano però dimostrare il contrario: il premier “rimprovera” a più riprese Innocenzi per non essere riuscito a “mettere il bavaglio” a trasmissioni ritenute “scomode”, come “Annozero” di Michele Santoro e “Parla con me” di Serena Dandini.