
Dalle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura barese a carico di Sandro Frisullo (Pd) emerge “l’assoluta disponibilità mostrata dai responsabili delle strutture private, ma anche, per quel che più interessa, delle strutture di rilevanza pubblica, di dare seguito alle richieste di Frisullo alla stessa stregua in cui si comportavano i funzionari della Asl di Lecce”. E’ quanto scrive la procura di Bari nel parere, condiviso dal gip Sergio di Paola il 26 marzo scorso, di confermare la detenzione in carcere per l’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese.
Frisullo è stato arrestato il 18 marzo scorso nell’ambito di un’indagine sulla gestione degli appalti per la fornitura di materiale sanitario alla Asl di Lecce, aggiudicati a società dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini. Questi ha confessato ai pm Ciro Angelillis, Eugenia Pontassuglia e Giuseppe Scelsi, che per vincere gare per 5 milioni di euro tra il 2007 e il 2008, ha elargito tangenti a Frisullo per 250.000 euro, gli ha fornito e pagato tre prostitute e costosi capi d’abbigliamento. Nelle sei pagine del parere della procura si sostiene che, ancora oggi, “Frisullo certamente conserva un peso specifico imponente soprattutto in fase di campagna elettorale, come dimostrano altre conversazioni” intercettate nel corso delle indagini.
In una di queste Frisullo, tramite Angelo Guarini, direttore di Assindustria di Brindisi, cerca di procurare un incarico ad un suo conoscente, con la qualifica di chimico, nella casa farmaceutica Sanofi Aventis. Frisullo nella telefonata chiede al suo interlocutore di far presente al direttore dello stabilimento che, avendo usufruito di alcuni finanziamenti come da ‘contratto di programma’, adesso avrebbe l’obbligo di assumere. Subito dopo – sostengono i magistrati – Frisullo, riferendosi alla carica regionale che ha ricoperto quando lo stabilimento ha ottenuto il finanziamento, chiede a Guarini di definirlo nel colloquio che avrà con il direttore dello stabilimento ‘il presidente’ e “dirotta verso il suo fine personale l’obbligo che da quel finanziamento per l’azienda sorge”.
I magistrati fanno poi riferimento ad altre intercettazioni in cui Frisullo “nel pieno della sua funzione di mediatore” – scrivono – inoltra sia ad uffici privati (Eurospin) sia ad uffici di rilevanza pubblica (Sviluppo Italia) richieste per conto di sue conoscenze personali, che spesso costituiscono una controprestazione di tipo elettorale promesso o mantenuto”.
“Emblematica – sottolineano – è la frase della signora Sofia che per sostenere la richiesta di assunzione della figlia fa presente a Frisullo di essersi recata a votare accompagnando sua madre ‘tutta sfrunculisciata’”. Soffermandosi poi sull’interrogatorio di garanzia a cui Frisullo è stato sottoposto dopo l’arresto e durante il quale ha negato di aver preso ‘mazzette’, i pm spiegano che l’ex amministratore “ha offerto spiegazioni che non concedono nulla al buon senso”.
Una di queste è, secondo la procura, quella relativa agli incontri in una stazione di carburante della periferia di Bari in cui – secondo quanto ha detto Tarantini e ha confermato il suo autista, Berardino Mastromarco – venivano pagate le tangenti a Frisullo. Nel corso dell’interrogatorio – sintetizzano i magistrati – l’ex vicegovernatore si è giustificato dicendo che gli incontri alle stazioni di servizio “erano giustificati dal bisogno del Tarantini di vederlo”.
Stessa affermazione i pm la riservano alle dichiarazioni di Frisullo sul modo in cui ricambiava ai costosi regali di ‘Gianpi’: “gli ho regalato alcuni libri…”, ha detto Frisullo. Proprio riferendosi all’interrogatorio dell’ex vicepresidente, i pm affermano che questo è “apparso studiato” e alcune sue risposte erano “premeditate”. La conclusione dei pubblici ministeri è assai dura: “E’ legittimo evincere – affermano – che non appena Sandro Frisullo beneficerà di una attenuazione della misura carceraria in atto, la utilizzerà al fine di inquinare il materiale probatorio ancora da acquisire, di concordare la linea difensiva con gli altri indagati e soprattutto di utilizzare ai propri fini i referenti di cui certamente ancora si avvale”.
