Il governo si avvia a mettere la fiducia sui provvedimenti di legge contro le intercettazioni telefoniche e che vietano la pubblicazione di atti e notizie giudiziari fino all’eventuale rinvio a giudizio. La fiducia comporta l’impossibilità di modifiche per via di emendamenti, ma la stessa maggioranza sembra pensare a modifiche del testo di legge.
Sulle intercettazioni, autorizzarle solo in caso di “gravi indizi” significa di fatto vietarle o renderle inutili perché se gli indizi di colpevolezza sono già gravi, cade la ragion d’essere dell’ascolto telefonico. Si potrebbe dunque ripiegare sulla formula “sufficienti indizi”.
Per quel che riguarda la possibilità di pubblicare notizie, il blocco fino al rinvio a giudizio si traduce in media in almeno due anni di silenzio e di opinione pubblica all’oscuro. Si pensa allora di ridurre il tempo del black-out a sei mesi, fino cioè alla scadenza del primo rinnovo di indagine.
Di rilievo il commento del “Sole240re”, quotidiano della Confindustria: “Il giorno in cui queste leggi saranno approvare sarà un mattino bruno per il paese”.