Meglio il cappuccino di Mameli: i leghisti lombardi disertano di nuovo l’inno

MILANO – I leghisti lombardi disertano di nuovo l’inno di Mameli e gli preferiscono il cappuccino: durante la seduta in consiglio regionale, i consiglieri del Carroccio erano assenti, così come accadde il 17 marzo, giorno della festa dell’Unità d’Italia.

I rappresentanti della Lega, dal capogruppo Stefano Galli a Renzo Bossi al vicepresidente della giunta Andrea Gibelli, esattamente come due settimane fa hanno trascorso l’esecuzione dell’inno nazionale alla bouvette del Pirellone chiacchierando tra loro e bevendo il cappuccino.

In aula c’erano solo due consiglieri del Carroccio: il presidente del consiglio Davide Boni, come la scorsa volta per il suo ruolo istituzionale, e Giangiacomo Longoni che è rimasto al suo posto ma seduto, leggendo con indifferenza il giornale mentre tutti gli altri consiglieri ascoltavano l’inno in piedi.

Il rito dell’inno all’inizio di ogni seduta del consiglio è stata decisa, per tutto il 2011, con una legge regionale per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.

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Alberto Francavilla