Intercettazioni, garante della privacy: libertà di stampa a rischio

Il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti

Nel disegno di legge sulle intercettazioni ”si sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra libertà di stampa e tutela della riservatezza, tutto a favore della riservatezza” e questo ”può giustificare che da molte parti si affermi che, così facendo, si pone in pericolo la libertà di stampa”. E’ l’analisi del presidente dell’Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti, nella Relazione annuale al Parlamento.

Alla vigilia della giornata di mobilitazione indetta per domani dalla Federazione nazionale della stampa, Pizzetti punta il dito contro il discusso provvedimento, pur sottolineando che la preoccupazione per la libertà di stampa presenta ”un qualche eccesso”, dal momento che la norma condiziona solo ”la pubblicazione dei testi delle intercettazioni”.

Nel ddl, sottolinea Pizzetti, ”si pongono limiti specifici alla pubblicabilita’ delle intercettazioni, non perche’ contenute in atti giudiziari, che come tali possono essere diffusi per riassunto, ma in quanto dati raccolti con lo strumento delle intercettazioni”, appellandosi al diritto alla privacy.

Siamo però di fronte, spiega ancora il Garante, ”non alla tutela in concreto e rispetto a casi specifici di questo diritto, quanto piuttosto a una difesa anticipata, disposta in via generale ed astratta, nei confronti di qualunque dato raccolto, nel presupposto che, in ragione della natura dello strumento di indagine usato, debba sempre prevalere la tutela di questi dati perchè raccolti nell’ambito di conversazioni tra persone”.

A suo giudizio, si tratta di ”una scelta impegnativa che, proprio perche’ effettuata in via generale ed astratta, e prescindendo dal contenuto dei dati raccolti, sposta il cursore tutto a favore dei limiti della conoscibilita’ e quindi della riservatezza”.

Pizzetti, raccoglie anche ”la preoccupazione per le sanzioni previste per gli editori” nel disegno di legge sulle intercettazioni. Sanzioni che ”comportano necessariamente un loro maggiore intervento rispetto alla pubblicazione delle notizie”. Tale scelta, sottolinea Pizzetti, ”costituisce una discontinuità significativa” rispetto ad altri Paesi di grande tradizione democratica, che pure concepiscono la libertà di stampa ”come un diritto e un dovere degli editori non meno che dei direttori e dei giornalisti”.

”L’Italia, infatti – afferma il Garante – con la legge sulla stampa approvata in diretta attuazione della Costituzione, ha consapevolmente distinto la responsabilità e il ruolo dell’editore da quello del direttore, mettendo i direttori al riparo da ogni condizionamento diretto da parte dell’editore, anche in ragione del fatto che questi, nel nostro Paese, ben raramente sono editori puri”.

Per Pizzetti il ddl Alfano crea ”una sorta di regime della liberta’ di stampa a due velocita’, specialmente nel rapporto con il rispetto della riservatezza”, intervenendo con le sanzioni penali solo sul fronte delle intercettazioni: meglio sarebbe stato, invece, lasciare l’ultima parola al Garante privacy e alla magistratura.

A giudizio di Pizzetti, sarebbe stato ”piu’ opportuno rinunciare alla creazione di questa sorta di doppio regime e continuare ad affidare tutto alla nostra Autorita’ e ai giudici, eventualmente prevedendo piuttosto che il Garante senta, prima di decidere, i rappresentanti della stampa e degli editori”. Pizzetti pero’ stigmatizza anche gli ”eccessi” compiuti dai giornalisti, pubblicando ”intere pagine di intercettazioni sempre riferite alla politica o agli ambienti dello sport e dello spettacolo e quasi mai ai fatti di criminalita’ comune o organizzata, anche quando questi ingenerano grande allarme sociale”.

Un comportamento che ”giustifica in parte il sospetto che spesso si abbiano a cuore piu’ gli indici di vendita, gli share e la concorrenza fra le testate, che non l’oggettivo interesse dell’opinione pubblica”.

Contro il telemarketing pronto a ricorso Ue. Contro il telemarketing selvaggio il Garante privacy e’ pronto a ricorrere alle istituzioni europee, compresa la Corte di Giustizia: e’ l’altola’ del presidente dell’organismo che tutela i dati personali, Francesco Pizzetti, nella Relazione annuale al Parlamento. ”Malgrado l’aumento delle sanzioni”, osserva Pizzetti, il settore delle chiamate pubblicitarie e dei fax indesiderati ”continua a non rispettare le regole.

Anzi, avvalendosi sempre di più delle differenze di legislazione tra gli Stati, e spesso continuando a farsi scudo dei lavoratori precari impiegati nei servizi, si persiste senza pudore in una competizione selvaggia”. Di recente, ricorda Pizzetti, ”il legislatore ha deciso di passare dal sistema che per poter effettuare attivita’ di telemarketing richiedeva un consenso preventivo ad uno, meno garantista, che consente tale pubblicitù salva la successiva facoltà del cittadino di opporsi”.

L’auspicio del Garante è che tale sistema funzioni: ”se pero’ sara’ violato con la stessa intensita’ e la medesima spudoratezza”, e’ il monito, ”l’Autorita’ prendera’ tutte le iniziative possibili, compresa la richiesta di un intervento delle istituzioni europee, Corte di Giustizia inclusa”.

Rai: sì a trasparenza stipendi ma sul sito. Si’ alla trasparenza degli stipendi Rai, ma solo attraverso il sito dell’azienda: è questa la posizione di Pizzetti su uno dei più discussi emendamenti al nuovo contratto di servizio, approvato dalla commissione di Vigilanza, che prevede la pubblicizzazione dei compensi nei titoli di coda dei programmi.

Rispetto alla Rai, spiega Pizzetti nella Relazione annuale al Parlamento, ”l’Autorità ha sempre detto che la protezione dei dati non e’ di ostacolo alla conoscibilità dei dati aziendali relativi all’uso delle risorse pubbliche, a partire dagli emolumenti corrisposti”. Quanto però alle modalità di diffusione, ”come abbiamo di recente precisato, sono previste dalla legge – sottolinea il Garante – solo attraverso la pubblicazione sul sito dell’azienda”.

”Recentemente – ricorda Pizzetti – insieme ad altre Autorità, siamo stati nuovamente investiti del problema dal direttore generale della Rai. Esamineremo nuovamente con attenzione il tema, anche se non sembrano esservi state innovazioni normative che impongano di cambiare orientamento”.

Urgenza linee guida sulla trasparenza della P.a. Per Pizzetti è ”urgente” mettere a punto ”nuove linee guida” sulla trasparenza dei dati nella Pubblica amministrazione, ”che consentano di adempiere al dovere di trasparenza senza ledere i principi della riservatezza”. Altrimenti si rischia ”un controllo globale di tutti su tutti”, in una sorta di ”mostruosa casa di vetro che è stata sempre il sogno di ogni dittatura”. Impegno dell’Autorità, sottolinea Pizzetti nella Relazione annuale al Parlamento, è realizzare le nuove linee guida ”subito dopo il periodo estivo”.

”Con la cosiddetta riforma Brunetta – sottolinea Pizzetti – la trasparenza è diventata un principio cardine della Pubblica amministrazione, strutturalmente legato all’uso della rete e alla messa on line delle informazioni”. E’ evidente, però, a giudizio del Garante, che ”non è possibile affermare a cuor leggero che l’amministrazione debba mettere on line tutte le informazioni di cui è in possesso, o che per ogni tipo di informazione debbano valere le stesse regole”.

In tal caso, infatti, secondo Pizzetti, ”si renderebbe concreto il rischio di un controllo globale di tutto su tutti” e dunque ”una società mostruosa, quella casa di vetro che è stata sempre il sogno di ogni dittatura e di ogni concezione basata sul totale prevalere dell’interesse della collettività rispetto ad ogni spazio di libertà e di autonomia del singolo”.

Sarebbe ”un incubo – conclude il Garante – destinato a diventare ancora piu’ orrido se non si mettesse alcun limite all’accessibilità ai dati messi in rete da parte dei motori di ricerca. Questi, infatti, li decontestualizzano dai siti delle amministrazioni facendoli diventare parti di biografie artificiali e spesso artificiose”.

La sfida è il web: servono regole internazionali. Pizzetti sottolinea che il futuro della privacy si gioca sul web, che mette a dura prova gli istituti giuridici tradizionali e gli stessi principi della protezione dati, e sulla capacità di individuare soluzioni, ”anche a livello internazionale”. Nella Relazione annuale al Parlamento, Pizzetti cita, tra l’altro, il contrasto ”tra la protezione del diritto d’autore e la necessita’ di non consentire tracciamenti indiscriminati per perseguire eventuali violazioni”, gli ”interrogativi che pongono i motori di ricerca, che per loro natura non hanno limiti alla cattura e utilizzo di dati personali”; i ”rischi, spesso ignoti agli utenti, posti dai social network” e, in particolare, ”quelli connessi ai nuovi servizi offerti da Google”.

E’ il caso, spiega il Garante, di ”Google Latitude, che consente a un utente la localizzazione geografica di un altro utente semplicemente acquisendo il consenso con un sms, o Google Maps, che nella modalità my location localizza la posizione del soggetto che ne fa uso”. Senza dimenticare ”Google Street View che, oltre ad aver mappato le nostre città, ha raccolto illecitamente informazioni su reti wireless prive di protezione”.

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luiss_vcontursi