ROMA – Giorgio Alleva sarà alla guida dell’Istat, Cristiano Radaelli invece all’Enit, Stefano Scalera all’Agenzia del Demanio, Umberto Postiglione all’Agenzia dei beni confiscati. Anna Genovese completerà la terna dei commissari Consob. Una lady anche all’Agenzia delle Entrate per la poltrona che fu di Attilio Befera. Dopo 19 giorni di vacatio la nomina va a Rossella Orlandi. Questi i nomi che il Consiglio dei Ministri ha posto ai vertici dei vari Enti.
Rossella Orlandi, già capo della direzione regionale delle Entrate del Piemonte, 57 anni, ha un passato alla direzione regionale della Toscana e una importante esperienza come ”numero due” dell’accertamento, la direzione centrale del Fisco dedicata alla lotta all’evasione. Il nome della Orlandi è sempre stato nella rosa dei possibili successori di Attilio Befera anche se il suo vice, Marco di Capua, per diversi giorni è stato il più accreditato.
Poi qualcosa è cambiato. Il 26 maggio dopo l’addio di Befera, l’Agenzia delle Entrate, cioè l’ente da cui dipende il recupero del gettito (solo 120 miliardi sono le tasse evase) è rimasta acefala. Di Capua, molto stimato, è rimasto a presidiare l’ordinaria amministrazione, incaricato di gestire il lavoro a stretto contatto con il Tesoro. Ma quando il suo nome non è uscito dal primo consiglio dei ministri dopo l’addio di Befera, si è vociferato di un braccio di ferro fra il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Quest’ultimo – sempre secondo indiscrezioni – avrebbe sostenuto Di Capua nel segno della continuità della gestione Befera. Renzi al contrario avrebbe voluto un cambiamento, dare un segnale di novità. Più di una volta il premier aveva contestato il metodo dei blitz stile Cortina, per cui Befera è diventato famoso in tutta Italia.
Il nome dell’Orlandi è sempre stato associato a Renzi (entrambi sono Toscani entrambi laureati in giurisprudenza all’Università di Firenze) e da ultimo si è saputo che a tifare per lei c’era anche Vincenzo Visco l’ex ministro delle Finanze e dell’Economia di diversi governi del centrosinistra che proprio nei giorni scorsi affermava:
“Un governo di destra ha organizzato l’amministrazione finanziaria più repressiva, non a caso ci sono tutti questi ufficiali della Guardia della Finanza nell’ amministrazione”.
Sull’oscurarsi del nome di Di Capua poi ha pesato il fatto di essere un ex ufficiale della Guardia di Finanza. Un corpo che le inchieste sul Mose stanno mettendo in crisi con il coinvolgimento del generale della Gdf Emilio Spaziante e di Marco Milanese, nomi che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche che citano fonti vicine al Pd, davano come vicini a Di Capua.
Quanto agli altri nomi usciti dal Cdm del 13 giugno, troviamo Giorgio Alleva, nuovo presidente dell’Istat e già consigliere dell’Istituto di statistica. Nato nel 1955, Alleva dal 2005 al 2013 è stato direttore del Dipartimento di Metodi e modelli per l’economia, il territorio e la finanza dell’Università La Sapienza di Roma. In precedenza, tra il 2003 e il 2008 è stato direttore del Centro interateneo per la tecnologia dell’informazione e della comunicazione nella ricerca e nella didattica, sempre alla Sapienza. Membro del Consiglio dell’Istat per il quadriennio 2003-2007, e per il quadriennio 2007-2011, Alleva è stato anche consulente alla Fao e coordinatore scientifico per dei progetti della Commissione europea.
Anna Genovese completerà invece la terna dei commissari alla Consob, Commissione Nazionale per la Società e la Borsa.
Cristiano Radaelli nuovo vertice dell’Enit (Agenzia Nazionale per il Turismo) . Laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria, ha anche conseguito un diploma biennale alla Bocconi in Business Administration. Il nuovo capo dell’Enit è anche presidente dell’Anitec (Associazione Nazionale Informatica e Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo) vicepresidente di Confindustria digitale.
Stefano Scalera confermato nel ruolo di direttore dell’Agenzia del Demanio. Mentre a capo dell’Agenzia dei beni confiscati, il governo ha indicato Umberto Postiglione.