C’è un paese sul pianeta Terra dove uno che conta molto e che forse domani conterà ancor di più, uno che tra l’altro conta anche e distribuisce pure i soldi pubblici, dice un giorno che Natale è un giorno meglio degli altri giorni perché è festa e arrivano i regali. Anzi, siamo onesti, dice di più, diciamolo con parole sue: «Quando fa freddo, è meglio stare al caldo che al gelo». Insomma sostiene, si lascia sfuggire che mangiare è meglio che stare digiuni e che avere soldi è meglio che non averne. Il paese viene scosso dalla rivelazione: il più importante sindacato chiede di «aprire un tavolo» dove si possa finalmente discutere sul come fare in modo che ogni giorno sia Natale o, se proprio non si può, che sia Natale un giorno su tre. Gli altri sindacati preparano piattaforme sul «Natale per tutti». L’associazione degli industriali di quel paese commenta: questa storia del caldo meglio del gelo quando fa freddo la sentiamo da tanto tempo, sarebbe bello, ma non c’è legna per accendere ogni camino. Segue dibattito su chi ce la mette la legna.
A questo punto il capo del governo interviene e dice che lui da sempre lavora perché Natale sia esteso a tutto il calendario. Pensosi e astuti i mezzi di comunicazione di quel paese analizzano: quello ha detto Natale sempre per prepararsi a quando sarà lui a dover scrivere il calendario. I partiti di opposizione lo sfidano, quello del «Natale è meglio degli altri giorni». Lo chiamano ad una immediata riforma del tempo, dello spazio, delle temperature e della tavola quotidiana degli abitanti. Lui, quello del «Natale è meglio», rimanda alla lettura dei suoi libri e discorsi dove c’è scritto che, se non è sempre Natale, è colpa di gnomi e folletti chiamati globalizzazione e finanza.
La gente di quel paese è eccitata ed interessata: l’idea che mangiare è meglio che star digiuni trova vasto consenso. Qualcuno azzarda: «Più pasta per tutti!». Poi arrivano gli infermieri che, cortesi e decisi, riaccompagnano gli abitanti di “Mattopoli” in stanza a riposare dopo la ricreazione di gruppo. Ogni riferimento a Tremonti, il posto fisso meglio di quello precario, la Cgil, Berlusconi, il Pd, la sinistra antagonista, giornali, tv e pubblica opinione italiani è puramente voluto. L’unico particolare che non combacia è quello degli infermieri: qui da noi non arrivano, sono purtroppo disoccupati da tempo nonostante il gran lavoro che per loro ci sarebbe da fare.