ROMA – L’Italicum è legge: lunedì sera la Camera dei Deputati ha approvato la legge elettorale con 334 sì, 61 no, 4 astenuti. Il premier Matteo Renzi incassa così una mezza fiducia al voto finale. Alla prima i sì erano stati 352, in calo nelle due votazioni successive.
A scrutinio segreto e dopo un pomeriggio di barricate, con le opposizioni sull’Aventino, il sì definitivo al testo, già approvato dal Senato, è arrivato alle 18.20 di lunedì.
M5S, FI, Sel, Lega e Fdi sono usciti in Transatlantico, durante la dichiarazione di voto del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. A chiedere lo scrutinio segreto erano stati Forza Italia, Lega e FdI pur non partecipando al voto finale.
A Montecitorio i presenti sono stati 399, con votanti 395, astenuti 4. Una maggioranza sufficiente quella raggiunta ma che certifica una crisi interna al Pd, ormai cronica, dopo lo strappo dei 38 della settimana scorsa sulla fiducia e un dissenso allargato anche agli altri partitini di maggioranza. Quei 61 contrari, secondo Pier Luigi Bersani a capo della fronda dei dissidenti Pd e che certamente ha votato contro, sono comunque un dato rilevante: segno di un “dissenso abbastanza ampio“. A conti fatti i voti contrari sarebbero arrivati dalla minoranza Pd (38), da Sel che è rimasta in Aula per votare contro, una decina di deputati di Forza Italia, rimasti al loro posto e alcuni deputati del Misto e del Nuovo Centrodestra (che sono andati contro le indicazioni del gruppo).
La strategia delle opposizioni si è concretizzata con l’annuncio dell’Aventino da parte del capogruppo FI Renato Brunetta: “Nessuna delle opposizioni parteciperà al voto finale. Non vogliamo essere parte di una giornata funerea per la democrazia italiana. Il Paese deve sapere che chi lo governa fa una violenza inaccettabile al parlamento e alla democrazia: vuole essere un uomo solo al comando. Per questo poi promuoveremo anche un referendum abrogativo. Deve saperlo la Corte costituzionale, visto che la riforma del sistema di elezione del parlamento è approvata a colpi di maggioranza grazie a voti di deputati eletti con un premio dichiarato incostuzionale dalla Consulta ed altri eletti dal centrodestra. E deve saperlo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui chiediamo di riflettere prima di firmare questa legge”.
L’invito a non firmare rivolto al Capo dello Stato è arrivato anche dai deputati Cinque Stelle, che dopo la decisione del voto a scrutinio segreto, sono usciti dall’Aula.
L’Italicum entrerà in vigore dal luglio 2016: in sintesi prevede un premio di maggioranza alla lista che supera il 40% dei voti, o ballottaggio tra i due partiti più votati se nessuno supera quella soglia, sbarramento al 3% e capilista bloccati.