La commissione Giustizia del Senato discute sulle intercettazioni, segui la diretta live

Angelino Alfano

Scontro duro e fino a tarda notte in commissione Giustizia del Senato per discutere e votare le norme del disegno di legge sulle intercettazioni. In apertura di seduta il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha fatto un parziale retromarcia dicendo: si torni al testo approvato alla Camera, è un buon punto di compromesso.

Durante la discussione in commissione, poi, ci sono stati scontri aperti tra maggioranza e opposizione, un’insolita diretta su Facebook del deputato Pd Stefano Ceccanti. Si sono fatte le ore piccole, insomma. Verso l’una di notte la commissione ha approvato una norma che “tutela” i parlamentari dalle intercettazioni: se vengono intercettate delle telefonate di un parlamentare, per continuare a farlo si dovrà chiedere l’autorizzazione della Camera competente. Successivamente il Pd è riuscito a far passare due emendamenti: uno per punire i pm che non stabiliscono per tempo quali siano gli atti estranei alle indagini e quinidi da distruggere; l’altro che ammette l’utilizzo delle intercettazioni anche per il reato di stalking.

Ma per tutti gli sviluppi della discussione, segui la diretta live di Blitzquotidiano:

02.43 – Anche per il reato di stalking si potrà intercettare – Anche per il reato di stalking si potrà intercettare. La commissione giustizia del Senato ha appena approvato un emendamento presentato da Luigi Li Gotti (Idv) per prevedere che anche un reato grave come quello delle minacce continuate possa rientrare tra quelli intercettabili. In precedenza, in commissione giustizia, era stato dato parere contrario a questo emendamento. Dopo una serie di appelli e insistenze, anche da parte del ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, la maggioranza ha fatto marcia indietro. Quindi, il reato di stalking, benché abbia una condanna inferiore a quella degli altri reati che si possono intercettare, potrà, comunque, essere ‘controllato’ dai magistrati.

02.17 – Passa emendamento Pd per l’azione disciplinare dei Pm – Il magistrato che non ottempererà per tempo all’obbligo di stabilire immediatamente quali siano gli atti estranei alle indagini e riguardanti “fatti personali di terzi estranei” saranno passibili di azione disciplinare. E’ quanto prevede un emendamento presentato dal Pd, primo firmatario Felice Casson, che è stato appena approvato in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni. “E’ una norma che ritengo giusta – sottolinea Casson – perché bisogna riuscire a legiferare comunque con obiettività. Se un magistrato non compie subito questo tipo di selezione degli atti processuali, ovviamente, anche le intercettazioni, deve essere oggetto di azione disciplinare”.

01.30 – Li Gotti: “Cancellano norma voluta da Falcone” – “Ora stiamo affrontando il comma 32 del ddl, quello che prevede l’abrogazione di una delle norme volute da Falcone. E’ uno degli aspetti più delicati del provvedimento”. A sintetizzare quanto sta avvenendo in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni è il responsabile giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti. “La maggioranza – prosegue – vorrebbe cancellare l’articolo 13 del decreto legislativo del 10 giugno 1991 numero 132 che di fatto estende lo strumento delle intercettazioni con le agevolazioni previste per i reati di mafia anche a tutti i reati di criminalità organizzata, anche quella non mafiosa. Per i reati di mafia, infatti, o di terrorismo si prevede che bastino ‘i sufficienti indizi di reato’ e che le intercettazioni non debbano essere per forza per essere autorizzate in quanto “assolutamente indispensabili al prosieguo delle indagini”. Impedendo questo tipo di estensione, grazie all’abrogazione della norma della legge voluta da Falcone – sottolinea Li Gotti – non si potrà intercettare con la stessa facilità ogni reato riguardante la criminalità organizzata non mafiosa. E’ una cosa gravissima della quale credo che non se ne fossero nemmeno accorti…”. “Se dovesse diventare legge questa misura – conclude – si smembrerà metà del sistema…”.

01.25 – Via libera alla norma sui parlamentari Se intercettando un’utenza capita anche di ascoltare la conversazione con un parlamentare e si manifesta l’intenzione di continuare a controllare questo tipo di telefonate, sarà necessario chiedere l’autorizzazione alla giunta della camera di appartenenza del deputato o del senatore. E’ questa, in sintesi, la norma del ddl intercettazioni che ha appena ricevuto, secondo quanto riferito dal senatore dell’Idv, Luigi Li Gotti, il via libera dalla commissione giustizia di palazzo Madama. La norma che era stata definita da Felice Casson (Pd) “un’inutile privilegio”, viene stavolta minimizzata da Li Gotti: “in fondo il relatore Roberto Centaro raccoglie i principi espressi su questo tema dalla Corte Costituzionale, anche se non usa le stesse parole. Cosa che invece noi avremmo preferito”.

00.52 – Gasparri: “Fu durissimo anche ddl Mastella” – “Non abbiamo preso ancora una decisione. Stiamo valutando se su alcuni punti ci potrebbero essere decisioni diverse. Non c’é comunque nessuna marcia indietro”. E’ quanto afferma il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, arrivando in commissione giustizia del Senato dove si sta esaminando il ddl intercettazioni. Gasparri fa capire che le modifiche che potrebbero venire introdotte al ddl riguardano più che altro le sanzioni per gli editori e i giornalisti e il divieto di pubblicazione degli atti di indagine. “Stiamo valutando – osserva Gasparri – se ipotizzare la possibilità di rendere possibile la pubblicazione degli atti per riassunto”. Gasparri, conversando con i pochi cronisti rimasti fuori della commissione giustizia critica il ddl intercettazioni messo a punto dall’allora ministro della giustizia Clemente Mastella. “Era durissimo anche quel provvedimento – ricorda – molti di quelli che ora stanno facendo ostruzionismo lo votarono”. “Se il governo ha intenzione di mettere la fiducia? Aspettiamo prima che il testo approdi in aula”, conclude Gasparri.

00.08 – Quagliariello: “Nessuna marcia indietro” – “Non è affatto una marcia indietro. C’é stata una riunione oggi con i colleghi della Camera e abbiamo deciso di non blindare il testo. Il lavoro della commissione non verrà gettato alle ortiche”. Il vice capogruppo del Pd al Senato, Gaetano Quagliariello, sintetizza così quanto sta avvenendo in commissione giustizia di palazzo Madama sul fronte intercettazioni. “E’ comunque fisiologico – prosegue – che dopo un anno che questo ddl è in discussione al Senato, venga votato visto che si discute di principi che meritano la più ampia tutela. E’ un diritto della maggioranza vedere approvate le proprie leggi”. Quagliariello avverte poi che nei prossimi giorni si incontreranno “le parti coinvolte” per quanto riguarda il provvedimento. Stasera – assicura il parlamentare del Pdl – questo ddl verrà votato”.

00.01 – Alfano torna in Commissione – Il Guardasigilli, Angelino Alfano, è tornato per la seconda volta in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni. Alfano si era già presentato in commissione in apertura della seduta notturna, annunciando che ci sarebbero state modifiche al testo e che la versione licenziata dalla Camera era “un punto di equilibrio”. L’opposizione aveva criticato la sua “conferenza stampa improvvisata” e aveva chiesto un suo ritorno in commissione per chiarire le diverse prese di posizione tra lui e il suo sottosegretario Giacomo Caliendo. quest’ultimo aveva assicurato che il Guardasigilli sarebbe tornato in commissione e così è stato. Dopo aver parlato, per qualche minuto, con il vice capogruppo del Pdl, Gaetano Quagliariello, il ministro è entrato in aula della commissione difesa dove si sono riuniti i componenti della commissione giustizia di palazzo Madama.

23.48 – Casson: “Seduta kafkiana” – “Quella di questa sera è davvero una seduta kafkiana. Stiamo votando cose che probabilmente domani mattina non ci saranno più”. Il senatore del Pd, Felice Casson, commenta così quanto sta avvenendo in commissione giustizia del Senato sul fronte del ddl intercettazioni e se la prende anche lui con il Guardasigilli Angelino Alfano per la “conferenza stampa improvvisata”. “E’ tutto troppo assurdo – sottolinea – non ha senso”.

23.47 – Caliendo cita Falcone e l’opposizione insorge. In commissione giustizia del Senato si sta esaminando in seduta notturna il ddl intercettazioni, ma più di una volta viene tirato in ballo il nome di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia di cui è stato celebrato ieri il 18/o anno dalla morte. E questo fa scoppiare un’accesa polemica tra maggioranza e opposizione. “Non appena il sottosegretario Caliendo ha citato il nome di Falcone – afferma il responsabile giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti – mi sono sentito un groppo alla gola. Non sopporto che il suo nome venga strumentalizzato e usato anche solo per parlare di questo provvedimento che invece blocca le indagini e mette il bavaglio alla stampa”. Irritata con la maggioranza che “spesso abusa sempre per strumentalizzarlo il nome di Falcone” è anche il capogruppo del Pd in commissione, Silvia Della Monica. “Io ho veramente passato le nottate a lavorare con Falcone – sottolinea la parlamentare – eppure non lo cito mai. Lasciamo riposare i morti nelle loro tombe ed evitiamo che i loro nomi vengano tirati in ballo inutilmente nella polemica politica”.

23.41 – Li Gotti: “Da Alfano mancanza di rispetto” – “Da parte del Guardasigilli, Angelino Alfano, c’é stata una mancanza di rispetto nei confronti del parlamento”. A sostenerlo è il responsabile giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti, commentando la “conferenza stampa” organizzata da Alfano prima di entrare in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni. Li Gotti, dopo aver criticato il numero uno di largo Arenula ha sottolineato come tra le dichiarazioni del ministro e quelle del sottosegretario Giacomo Caliendo, ci fosse “una palese contraddizione”. “Caliendo infatti – racconta il senatore dell’Idv – ha detto che l’unica marcia indietro che ci sarà è il ritiro dell’emendamento Centaro sul carcere per i giornalisti. Alfano, invece, aveva parlato di un possibile ritorno al testo della Camera”. “Ho chiesto dunque che il Guardasigilli tornasse a riferire in commissione su questa vicenda, ma la mia istanza è stata messa in votazione e abbiamo perso tredici voti contro undici”. “Poi Caliendo – prosegue Li Gotti – ha detto di aver parlato al telefono con Alfano, ora, mentre era in commissione. Affermando che il Guardasigilli sarebbe ritornato durante questa seduta notturna in commissione. Ma, se dentro l’aula non c’é campo per il telefonino, come ha fatto a parlarci?”. Il senatore dell’Idv ribadisce quindi di aver chiesto il ritiro del provvedimento che è profondamente ingiusto e sbagliato”.

23.23 – Della Monica: Alfano? Poco istituzionale – “Un atteggiamento così poco istituzionale da parte del ministro della giustizia non ce lo saremo mai aspettato”. Il capogruppò del Pd in commissione giustizia del Senato, Silvia Della Monica, critica così la decisione del Guardasigilli di “convocare una conferenza stampa per annunciare le decisioni del governo prima di entrare in commissione giustizia”. “Sarebbe stato più corretto – prosegue – parlare prima nelle sede istituzionali e poi ai giornalisti. Così facendo si svuota ulteriormente il ruolo del parlamento”. “In più – prosegue Silvia Della Monica – Alfano ha annunciato delle decisioni completamente diverse da quelle riferite dal sottosegretario Giacomo Caliendo. E’ evidente che nel governo e nella maggioranza, ormai, c’é solo una gran confusione. Pertanto abbiamo chiesto che il Guardasigilli torni a riferire in commissione su quanto sta accadendo. Ma ora lui se ne è andato. Caliendo, ha però avvertito che forse, durante questa seduta notturna potrebbe ritornare…”. “Noi intanto – prosegue – abbiamo chiesto di ritirare il ddl sul presupposto che le modifiche annunciate non cambieranno il testo originario ormai peggiorato”.

22.49 – Ceccanti fa la diretta su Facebook – Tutti i lavori della commissione Giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni vengono trasmessi, minuto per minuto, in diretta su Facebook dal senatore del Pd Stefano Ceccanti. Il parlamentare sintetizza sul sito ogni avvenimento, commento e intervento. Tra le varie frasi riportate in diretta da Ceccanti ce n’é anche una che riguarda il suo collega di partito Felice Casson. Secondo quest’ultimo, riferisce Ceccanti, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo starebbe “raccontando balle”.

21.41 – Alfano: “Testo Camera è buon compromesso” – “Il ddl intercettazioni messo a punto dalla Camera dei deputati e sul quale il governo aveva messo la fiducia è senz’altro un buon compromesso”. Lo ha detto il Guardasigilli, Angelino Alfano, prima di entrare in commissione giustizia del Senato che sta esaminando il ddl intercettazioni. La maggioranza, insomma osserva Alfano, punta a che “ci sia sempre un buon motivo per intercettare” e che i controlli delle conversazioni “non siano senza limiti di tempo”. Il ministro ha quindi fatto un riepilogo degli interventi fatti dal governo e dal relatore prima sul testo licenziato dalla Camera e poi su quello messo a punto, sino ad ora, dalla commissione giustizia del Senato. Dalle parole del Guardasigilli, in sintesi, si è capito che il governo sarebbe pronto a fare un passo indietro per quanto riguarda la pubblicazione degli atti di indagine. Alfano, infatti, ha parlato dell’ipotesi di prevedere la pubblicazione “per riassunto degli atti dei processi”. Ma il governo sarebbe intenzionato a restare sui “gravi indizi di reato”, introdotti nell’esame del ddl a palazzo Madama. “Su questi aspetti – sottolinea il ministro – rifletteremo ulteriormente nel passaggio dalla commissione all’aula”. “Comunque – afferma ancora il Guardasigilli – non vogliamo mettere il bavaglio a nessuno. Le intercettazioni si potranno effettuare solo se c’é un buon motivo e con limiti di tempo precisi. Se l’opposizione si immagina che noi rinunciamo al diritto alla privacy, si sbaglia di grosso. Se invece pensano anche loro di poter contribuire a migliorare il testo senza ledere alcuno dei diritti che noi intendiamo tutelare, da quello alla privacy a quello all’informazione, credo che si potrà trovare un compromesso”. “Nel passaggio tra la commissione e l’aula – avverte Alfano – valuteremo cosa è cambiato per vedere se sarà opportuno tornare al testo licenziato dalla Camera almeno su questioni che hanno sollevato polemiche di così notevole entità”. “Nessun reato – prosegue ancora il guardasigilli – sarà tolto alla possibilità di intercettare. Cambieranno solo il tempo e i presupposti”. Il testo licenziato da Montecitorio, insomma, ribadisce il ministro, può essere considerato “un punto di equilibrio sia per quanto riguarda il diritto alla riservatezza, sia per quanto riguarda il diritto di cronaca, sia per quanto concerne il diritto alle indagini”.

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luiss_vcontursi