BRUXELLES – L'Italia e' venuta meno ai suoi obblighi in relazione a un aiuto di Stato per 2,75 milioni di euro concesso nel 2006, sotto forma di garanzia a un prestito bancario, alla New Interline, una societa' che nel frattempo e' fallita. Lo ha reso noto oggi la Corte di giustizia dell'Unione europea.
L'Italia aveva concesso la garanzia il 13 febbraio 2006, cioe' prima di essere notificata alla Commissione Ue come aiuto al salvataggio il 23 febbraio di quell'anno. Da parte sua, la Commissione aveva concluso in favore della compatibilita' dell'aiuto al salvataggio con il mercato comune per un periodo di sei mesi e aveva poi avviato un'indagine formale sull'operazione.
Nella sua decisione del 2008, quando la New Interline era gia' fallita, la Commissione aveva ricordato all'Italia – tra l'altro – l'obbligo di iscrivere il proprio credito al passivo dell'impresa nell'ambito della procedura fallimentare. L'Italia, si legge nel comunicato della Corte, ha ammesso di avere chiesto l'iscrizione al passivo della societa' del credito relativo al recupero dell'aiuto solo il 31 ottobre 2008, cioe' dopo la data di scadenza – del 18 agosto 2008 – del termine di quattro mesi fissato dalla decisione della Commissione per adempiere l'obbligo di recupero immediato dei fondi.
