Giancarlo Tulliani dal suo “rifugio” parla soltanto con pochi fidatissimi amici: «Stanno perdendo il loro tempo. Possono continuare a cercare all’infinito, non troveranno mai nulla perché non c’è nulla da trovare».
Ce l’ha con chi punta il dito contro di lui e chi pensa che il suo nome sia legato alla Printemps o alla Timara, le due società offshore che hanno avuto o hanno a che fare con l’appartamento dello scandalo, quei 70 metri quadrati al piano rialzato del numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte, in un palazzo che si chiama Palais Milton, a cinquecento metri dal casinò, a cento dalla stazione di Montecarlo. È l’appartamento che Alleanza nazionale ha avuto in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni e che nel 2008 fu prima venduto alla Printemps Ltd e poi da questa ceduta alla Timara Ltd che ora, appunto, l’ha concessa in affitto a Giancarlo Tulliani.
Lui, 34 anni, è il fratello di Elisabetta, la compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini. Ed è stato proprio Fini a far sapere che «Nel 2008 il Sig. Giancarlo Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una società era interessata ad acquistare l’appartamento, notoriamente abbandonato da anni». Non sono noti i passaggi fra quella segnalazione e il contratto d’affitto ottenuto da Tulliani proprio per i 70 metri di Palais Milton. E il silenzio dei diretti interessati non fa che alimentare ipotesi e sospetti. Per esempio sull’interesse diretto e personale che il cognato del presidente potrebbe aver avuto nella vendita della casa se risultasse in qualche modo legato alle due società dell’isola caraibica di Santa Lucia. «Fango, solo fango» racconta lui agli amici.
«Io non ho mai avuto nessun ruolo in quelle società, né ufficiale e tanto meno occulto. Chi insinua il contrario lo fa in malafede».Giancarlo in famiglia avrebbe spiegato che l’affitto di Montecarlo sarebbe una sorta di «provvigione» per l’intermediazione svolta per la vendita dell’appartamento monegasco. Una specie di favore, un riconoscimento per la sua opera di mediatore. Lui cercava una casa in affitto per mettere radici e aprire un’attività nel settore immobiliare a Montecarlo e la Timara lo avrebbe aiutato affidandogli quell’appartamento un tempo appartenuto ad Alleanza Nazionale e per il quale «viene pagato un regolare e congruo affitto», come spiegarono i suoi avvocati all’inizio dello scandalo.
Di tutta la vicenda monegasca sua sorella Elisabetta e il presidente Fini conoscono ogni dettaglio. «Ci sono delle cose da spiegare, lo so. Ma non vi preoccupate, chiarisco tutto io» li aveva rassicurati lo stesso Tulliani qualche giorno fa. Dalle sue tormentate vacanze, Fini intanto sta mettendo a punto la difesa dopo aver fissato la linea assieme all’avvocato-amica Giulia Bongiorno. Il presidente della Camera starebbe lavorando a una memoria per ripercorrere ogni passo di questa storia che sa bene di dover prima o poi affrontare pubblicamente.