Micro Mega, il mensile della “sinistra eretica” lancia il suo j’accuse contro Fabio Fazio. Facendosi portavoce di un comunicato di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom-Cgil, il giornale rivendica il diritto al contraddittorio da parte degli operai:
“Nel nome della par condicio e anche del rispetto delle persone chiediamo che Fabio Fazio inviti alla trasmissione Che tempo che fa domenica sera i tre lavoratori licenziati dalla Fiat a Melfi che il giudice ha reintegrato sul lavoro perché ha riconosciuto l’antisindacalità del licenziamento.
Facendo conoscere, con lo stesso spazio che ha avuto Sergio Marchionne, le condizioni reali di lavoro dei tre lavoratori che, secondo l’amministratore delegato della Fiat, avrebbero fermato 1.200 persone, si compie un atto di informazione e di senso civico. E’ bene che chi fa davvero il lavoro dei metalmeccanici faccia conoscere cosa vuol dire taglio delle pause e riduzione dei diritti.
Per questo insistiamo che Fabio Fazio chiami nella sua trasmissione Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli.”
Nel contempo, l’attacco di Micro Mega procede da un altro versante. Fabio Fazio, beniamino del pubblico pagante di sinistra, viene fortemente criticato per le sue mancanze giornalistiche. In poche parole come fare a considerare Fazio un giornalista? Se un calzolaio smette di fare scarpe, smette anche di essere calzolaio. Idem, se uno studente smette di studiare, smette di essere studente. Allora, Fazio, pur avendo smesso anni fa di fare domande, può essere considerato ancora un giornalista?
Emblematica a questo proposito la verve polemica – sostiene il giornale – con cui ospitò il calciatore Gianluigi Vialli negli studi di Che tempo che fa. Molti si aspettavano un atto di giornalismo sferzante, all’indomani delle rivelazioni sul doping e del processo alla Juventus. Ma Fazio superò tutte le previsioni con una domanda bruciante, che avrebbe lasciato il segno: «È vero che in Inghilterra non c’è il bidet?». Momenti di puro giornalismo d’inchiesta.
Il fatto è che Fazio non dice male di nessuno, non pensa male di nessuno. Per questa sua intransigente filosofia Why can’t we be friends, Fazio cede ad un conformismo dilagante, in cui sono tutti belli, bravi, buoni, di sinistra, o di destra, artisti e mestieranti. Perfino l’autobiografia di Antonello Venditti, perfino il film di Massimo Bondi.
