Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, dopo i tagli della riforma che porta il suo nome, sembra aver individuato una nuova risorsa per portare qualche soldo in più nelle casse delle scuole italiane. L’obiettivo, stavolta, sono i bidelli, o come si chiamano da qualche anno a questa parte, i collaboratori scolastici.
Per loro il ministro ha in mente un programma ambizioso: «Facciano le pulizie. Sono contraria al fatto che si appaltino le pulizie all’esterno. È uno spreco di risorse pubbliche». Una cosa, del resto, prevista nel contratto della categoria.
Nelle scuole italiane, però, la situazione è, almeno in parte, diversa: in molti istituti, infatti, la pulizia, in orario extra didattico è appaltata a ditte esterne e i bidelli si occupano essenzialmente di sorveglianza. Nelle scuole che non hanno un appalto esterno, invece, puliscono i collaboratori scolastici, ma con orari piuttosto ridotti: poco prima e poco dopo il suono della campanella che indica l’inizi0 e la fine delle lezioni.
Se passasse l’idea del ministro, quindi, si dovrebbero trovare dei correttivi, come, ad esempio, una turnazione che consenta delle pulizie più approfondite.
La proposta Gelmini trova il consenso dell’Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori che per bocca del segretario Primo Mastrantoni esulta: «Finalmente siamo d’accordo con la ministra all’Istruzione. I bidelli devono pulire le scuole e non si può ricorrere, a meno di situazioni particolari, ad appalti esterni che aggravano il bilancio pubblico».
Ma non mancano le perplessità, anche di ordine meramente numerico. Il sindacalista della Uil Scuola, Antonello Lacchei, per esempio, parla di organici insufficienti: «Dove operano imprese esterne il personale è stato proporzionalmente ridotto. Sono circa 12.000 i posti tagliati per compensare gli appalti esterni».
Anche sul piano professionale Lacchei ha qualcosa da dire: «Relegare il ruolo del collaboratori alle pulizie è anacronistico. In realtà svolgono anche mansioni di sorveglianza e assistenza che vanno ben oltre le mansioni tradizionali».