ROMA – Le ''sberle'' degli elettori ancora bruciano. Ma e' ora di ''rinsavire'' e accelerare quelle ''scelte coraggiose'' che gli italiani esigono. La Lega lo reclama a gran voce. Perche' se amministrative e referendum hanno insegnato qualcosa agli esponenti del Carroccio, e' che la base non ha piu' tanta pazienza. E in attesa che Umberto Bossi detti la linea domenica dal palco di Pontida, i segnali iniziano gia' a farsi sentire a Roma: dai rifiuti, alla scuola, passando per le ganasce fiscali, i leghisti non sono piu' disposti a concedere sconti. E iniziano a fissare i loro paletti. Come scrive la Padania di domani in prima pagina: la riforma del fisco ''e' inderogabile''. C'e' attesa tra i militanti. Sul pratone di Pontida si aspettano di sentire una ''parola d'ordine'' per ripartire. E chiedono al ''capo'', Umberto Bossi, di sapere guardare lungo, al futuro, e dare ''indicazioni''. Ma dal Senatur, che finora e' rimasto silente, invocano anche ''segnali ben precisi'' per Silvio Berlusconi, perche', come dice il sindaco di Verona Flavio Tosi, ''chi deve capire'' e' il premier. ''I cittadini si sono stufati – dice Tosi, interpretando il sentimento della base – di sentire parlare di toghe rosse, bunga bunga e questioni che non sono nell'interesse collettivo''. Il ministro Roberto Maroni lo va ripetendo chiaro e forte: ''Il Governo deve fare scelte coraggiose. E lo puo' fare mettendo mano subito alla riforma fiscale anche se il momento e' difficile, trovando le risorse finanziarie per le necessarie coperture''. Perche' ''mia nonna – racconta Maroni – diceva che uno sberlone fa male ma a volte ti fa rinsavire, prendere coscienza e aprire gli occhi''. E cosi' il governo deve fare.
Cosa in concreto cambiera' nel rapporto con l'alleato Pdl e cosa si esigera' da Berlusconi, i leghisti si aspettano che lo indichi Bossi. Il capogruppo Marco Reguzzoni esclude intanto ''esecutivi tecnici o di transizione''. Ma proprio in vista del tradizionale appuntamento di Pontida, la Lega a Roma alza la voce sui temi di governo. Dal fisco allo stop alle ''bombe'' in Libia, fino ai rifiuti. Con Roberto Calderoli protagonista in Consiglio dei ministri di un duro scontro che porta a uno stop e al rinvio di ogni decisione sul trasferimento dei rifiuti dalla Campania ad altri siti. Intanto, alla Camera nelle commissioni che hanno all'esame il decreto sviluppo si registrano tensioni per le resistenze degli esponenti del Carroccio, che chiedono di rivedere la linea dettata dal governo su alcuni punti. Come le ganasce fiscali, che la Lega vorrebbe allentare in maniera piu' decisa di quanto il ministro Tremonti sembra disposto a concedere.
I messaggi che arrivano dalla capitale sembrano insomma tutti rivolti alla base. Come la proposta di assegnare 40 punti in graduatoria agli insegnati residenti nella provincia della scuola nella quale chiedono di lavorare, per scongiurare una ''transumanza'' di insegnanti dal Sud al Centro-Nord. Viene liquidata, invece, la riforma della legge elettorale, cui il Pdl riprende a lavorare, perche' ''e' l'ultima cosa che interessa ai cittadini'', secondo Reguzzoni. La temperatura, insomma, e' sempre piu' alta in vista di Pontida. Con una parte del Pdl che avverte di non essere disposta ad accettare certe uscite leghiste: ''Niente provocazioni contro Roma – dice Gianni Alemanno – perche' reagiremo con estrema durezza''. Ma l'attenzione dei leghisti e' tutta verso la base, al momento. Anche per scongiurare il rischio di contestazioni a Bossi, proprio a Pontida: ''Sono voci malevole, ma se si presenta davvero qualche contestatore lo prendo io a calci in culo'', promette Erminio Boso.