La Russa boccia Castelli sulla croce nella bandiera

Il referendum che ha sancito l’ostilità svizzera contro la religione islamica – perché vietare la costruzione di luoghi di culto di fatto discrimina sul piano religioso – ha prodotto in casa nostra un dibattito cui è arduo attribuire una patente culturale.

Se un ministro della Repubblica avverte la necessità di rispondere ufficialmente che il crocefisso “si tiene nel cuore e non si deve mettere nella bandiera”, vuol dire che quella di Castelli non era una battuta, un po’ forte magari e in perfetto stile leghista, ma una vera e propria proposta.

Ignazio La Russa, da vero titolare del dicastero della Difesa, ha infatti difeso l’intangibilità del tricolore italiano, bocciando l’iniziativa dell’alleato Roberto Castelli. La Russa non ha mancato di rimproverare Castelli per lo scarso amore che nutre per la bandiera italiana. E ha bollato l’uscita dell’ex ministro – un commento a margine del referendum svizzero contro i minareti islamici – come una “battuta propagandistica”. Perché rispondere allora?

Diversa l’opinione del ministro degli Esteri Franco Frattini che  apre alla “suggestiva” proposta della Lega: “Noi per ora vogliamo difendere il diritto a tenere il crocifisso nelle nostre classi poi vediamo se si può fare un po’ di più. Ci sono nove Paesi europei che hanno il crocifisso nella loro bandiera, è una proposta assolutamente normale”.

Published by
Warsamé Dini Casali