Voce rauca e sguardo di ghiaccio, il battagliero Ignazio La Russa se rinascesse di sinistra vorrebbe essere Santoro. Sì, proprio Michele Santoro, il conduttore di Annozero.
Il ministro della Difesa lo confessa a Luca Telese in un’intervista al Fatto quotidiano. Dice di non essere mai stato un picchiatore, è cresciuto in ambienti di destra, nel ’71 è diventato responsabile del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano.
“Picchiatore mai. Ho speso la mia giovinezza a perquisire le teste calde. Una volta, per togliere un coltello a un ragazzo che poi si è perso, ed è morto, mi sono squarciato un dito”, spiega.
Sugli arresti preventivi tirati in ballo da Maurizio Gasparri dopo gli scontri di piazza del 14 dicembre a Roma spiega: “Non ho difficoltà. Sono contro l’arresto preventivo”.
Sul suo soprannome “Ignazio La Rissa”, datogli da Dagospia per via della sua facilità ad accendersi durante i dibattiti tv, glissa. Spiega che ad Annozero, nel battibecco con Antonio Di Pietro (“fascista”, “no, sei analfabeta”), ha solo alzato un po’ i toni. In fondo però ce l’aveva con lo studente: “Dicendo che dopo gli scontri il movimento cresceva, era come se dicesse che erano salutari. Non potevo permetterlo”. E che c’entra Annozero?, chiede Telese. “Se rinascessi di sinistra vorrei essere Santoro…È il giornalista televisivo più bravo. Ma la sua drammaturgia mi aveva assegnato un ruolo. Io ero quello “cattivo” e “di destra”. Avevo due possibilità: farmi incastrare o far saltare il banco”.
Poi il ministro ricostruisce la giornata del 1973 a Milano, la manifestazione in cui morì l’agente Marino. “Quel giorno ho un alibi di ferro, ero in questura”. Telese gli ricorda che arrestarono suo fratello Romano e La Russa racconta: “È vero. Ma fu rilasciato. In questura protestavo! 24 ore prima ci aveva negato il diritto al corteo e al comizio. Non avevo la cravatta, e dal questore rimasi fuori”…