ROMA – ''Gheddafi e' eclettico, difficile e sospettoso, pero' una volta che prende un impegno lo mantiene. Con noi gli impegni li ha mantenuti, come il pattugliamento delle coste per frenare i flussi migratori''. E' quanto osserva, in un'intervista al Messaggero, il presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini, che spiega come L'Italia abbia ''cercato di non dare sostegno ai ribelli, ma solo fino a quando Gheddafi non si e' scatenato contro i propri cittadini''.
''I dittatori, possiamo parlare della Siria come della Libia, saranno denunciati alla Corte penale internazionale'', tuttavia ''Gheddafi non ce lo vedo all'Aja, non e' nel suo stile'', dice l'ex titolare della Farnesina.
Dini esclude il rischio di derive estremiste nella nuova Libia, perche' il Colonnello ''ha tenuto lontani gli estremisti islamici''. Una volta che il Rais sara' uscito di scena, prosegue, ''andremo incontro a un periodo di transizione difficile, visto che i ribelli provenienti da Bengasi ormai sono sparsi per tutto il Paese, sono armati e armati male''. Per questo ''c'e' bisogno di ricostruire l'unita' nazionale''.
In questa fase l'Italia ''deve dare sostegno nel necessario riordino delle istituzioni, in particolare con aiuti economici e umanitari''. Le risorse all'estero di Gheddafi, aggiunge, ''saranno utili al nuovo governo''.