ROMA – Di sacrifici Maurizio Landini, leader della Fiom, non ne vuole più sentire parlare. Lavoro precario, tagli, pensioni a rischio: per lui si sta peggio che negli anni Cinquanta, tutti chiedono altri sforzi agli italiani, il presidente Giorgio Napolitano in primis.
Lo ha fatto a Capodanno nel suo messaggio al Paese, ha evocato la capacitĆ dei lavoratori di fare sacrifici come nel dopoguerra con la Cgil guidata da Giuseppe Di Vittorio e poi negli anni ’70 da Luciano Lama.
Al Fatto Landini affida il suo sfogo: “La storia andrebbe utilizzata per quello che ĆØ, in modo non cosƬ strumentale. Non credo che dobbiamo discutere sul rapporto tra Di Vittorio e la Dc di De Gasperi, o sulla svolta dellāEur del ā77. Dico solo che nel ā77 cāera la scala mobile, si andava in pensione con 35 anni di anzianitĆ e non cāera la precarietĆ di oggi. Negli anni ā50 dovevi avere un impiego per alzarti oltre la soglia della povertĆ , oggi puoi essere povero anche lavorando. In quei tempi richiamati come esempio di eroica povertĆ la situazione sociale era meno drammatica”.
Poi ancora parlando del Capo dello Stato dice: “Ecco, appunto, basta che non pensi anche lui ad aumentare la produttivitĆ con più sfruttamento, cioĆØ lavorare di più a paritĆ di salario. Un operaio Volkswagen lavora meno, prende più soldi, e lāazienda produce e vende più auto. Lāoperaio produce più valore aggiunto perchĆ© lāazienda ha investito. Se non investi, come ha fatto la Fiat, puoi solo chiedere agli operai di fare meno pause”.
