
ROMA – Lara Comi: “Madia ministro incinta? Come un centometrista con la gamba spezzata”. “Certo che non era il caso che Marianna Madia facesse il ministro, con una riforma della Pubblica amministrazione da fare ad aprile sarà difficile per lei, visto che è al termine della gravidanza”: sono le parole con cui Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, ha inteso esprimere il suo disappunto per il ministro con il pancione. Il paragone proposto è illuminante: “Insomma: se uno si rompe una gamba non è che poi va a fare subito i cento metri”.
Sarà stato il clima informale de “La zanzara”, il programma radio condotto da Giuseppe Cruciani, fatto sta, nei giorni della battaglia su quote rosa e parità di genere in politica, che è proprio da una donna che arriva la censura più maschilista, quella che fa appello all’inconciliabilità tra i doveri di madre e la partecipazione alla vita attiva (politica o lavorativa). Chissà come verrebbero apprezzati gli stessi argomenti al Parlamento di Strasburgo. Lara Comi, 31 anni deve essersi resa conto di aver passato il segno anche in Italia quando a microfoni spenti ha ritrattato parzialmente.
“Vabbè ho fatto un esempio infelice. Non volevo paragonare la gravidanza ad una malattia. Anzi, a Marianna Madia faccio i migliori auguri per la nascita della sua bambina”, si è scusata. Ma giusto un po’, il nocciolo della sua contrarietà è infrangibile: “Io non voglio denigrare la donna. Ma mi chiedo: come mai sul lavoro esistono le sostituzioni per maternità? Le mie colleghe in azienda che sono in gravidanza non possono prendere gli aerei, non possono stressarsi. Insomma, la gravidanza è una condizione di vita limitata e va rispettata. E poi è giusto ritagliarsi spazi di vita privata: io fossi stata in Marianna Madia sarei stata più attenta”. Giusto, la politica non è tutto, possono farla perfino gli uomini. L’importante è riguardarsi, quando c’è la salute…