ROMA – Il referendum del Veneto “non va sottovalutato“, avverte Laura Puppato, del Pd ma anche del Veneto, che conosce bene i problemi della sua regione: è stata sindaco di Montebelluna, cuore della nuova industria italiana, un po’ ammaccata da crisi e fisco, ma sempre pulsante.
Avverte Laura Puppato:
“Se non si cambia la fiscalità dell’Italia, si lascia spazio alla disaffezione, alla repulsione anche all’odio…”.
A Giovanna Casadio di Repubblica, che da Roma, dove tutto è distorto e il richiamo della foresta meridionale prevale, che le ha chiesto se “il referendum online per l’indipendenza del Veneto è folklore”, Laura Puppato ha risposto:
“No, guai a noi se ci permettiamo di scivolare in questo errore, sarebbe mortale. Ho depositato una interrogazione alla ministra Maria Carmela Lanzetta, che mi ha chiamata subito per capire i sentimenti che sono a monte di questa rilevazione. Lanzetta ha la sensibilità giusta perché ha una cultura del territorio. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto le sparate della Lega che predicava il federalismo e praticava il centralismo. Però sei anni di pesante crisi hanno riportato alla luce quegli elementi sopiti… “.
Quindi questo non è stato un referendum della Lega?
«Alcuni leghisti stanno cercando a posteriori di cavalcarlo, apprendo che lo faranno anche lunedì in consiglio regionale».
Ma quale è il senso della “rivolta” e quale è il rischio?
“C’è un sentimento per cui si sente l’ingiustizia anche di carattere economico e si vuole dare una scossa alle istituzioni centrali. Il pericolo è che si sta insinuando l’idea della secessione anche in chi ne è stato finora lontano, eppure comincia a considerarla una ipotesi plausibile dal momento che c’è sordità e silenzio delle istituzioni centrali”.
Alle quali cosa si chiede?
“Intanto io chiedo di sondare veramente l’opinione pubblica veneta dove serpeggia il malcontento e unrisentimento che pretendono una risposta. Chiedo di chiarire se non si ritenga ad alto rischio questa situazione; se non si ritenga di trasformare nella sostanza in tempi rapidi la fiscalità e la materia dei trasferimenti da Stato a Regioni e Comuni lavorando per ridurre, fino a fare scomparire, le enormi e ingiustificate differenze esistenti tra le aree territoriali”.
Cosa vuol dire?
“È impossibile accettare zone, come alcune aree della Sicilia e della Campania dove l’evasione è al 70 e 80%; le truffe delle false griffe; i costi standard della gestione sanitaria sono in alcune regioni da 7 a 12 volte superiori. La Provincia di Belluno e quella di Sondrio, che sono esclusivamente montuose, sopportano la concorrenza sleale di Bolzano e Trento. Dobbiamo riequilibrare l’Italia o finiremo come i Paesi Baschi”.