Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, in mancanza di un accordo per la definizione delle clausole compromissorie sull’arbitrato, è tenuto a convocare le parti e, in caso di ulteriore assenza di un accordo, interviene in “via sperimentale” con un decreto.
E’ quanto prevede, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, un emendamento al ddl lavoro presentato in commissione Lavoro della Camera dal relatore Giuliano Cazzola (Pdl). La proposta di modifica introduce quindi – rispetto alla versione attuale – il passaggio sulla convocazione delle parti ma lascia, seppure attenuata, la possibilità di intervento sostitutivo da parte del titolare del Welfare.
«In assenza degli accordi interconfederali o di contratti collettivi» sui campi di applicazione dell’arbitrato attraverso le clausole compromissorie – recita l’emendamento -, «trascorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali convoca le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative, al fine di promuovere l’accordo.
In caso di mancata stipulazione dell’accordo di cui al periodo precedente – prosegue – entro i sei mesi successivi alla data di convocazione, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali individua in via sperimentale, con proprio decreto, tenuto conto delle risultanze istruttorie del confronto tra le parti sociali stesse, le modalità di attuazione e di piena operatività delle disposizioni di cui al presente comma».
