ROMA – Marco Pannella benedice l’inciucio con Francesco Storace. Lo ha annunciato chiaramente ai microfoni di Radio Radicale: “Accogliamo l’invito di Storace, come gesto di rivolta morale alle discriminazioni alle quali siamo stati sottoposti”. Il leader radicale, nonostante il no di Emma Bonino, accelera e si schiera “contro natura”.
“Storace – ha aggiunto Pannella – è stato certamente un cattivo amministratore, ma è stato assolto con formula piena dalle accuse che gli sono state rivolte da Alessandra Mussolini. Quello di Storace è un elettorato proletario ed ha avuto il merito di denunciare che contro di noi c’è stato un tentativo di genocidio politico. Del resto ha appreso quasi tutto da noi, frequentandoci. Sono contento che abbia detto che senza il nostro controllo come alleato di governo nella regione Lazio on potrebbe governare bene”.
Pannella accoglie l’inciucio con La Destra e col Pdl nonostante il rischio di spaccare a metà il suo già esile partito. Ieri a via di Torre Argentina, dove aveva convocato d’urgenza il gruppo dirigente per decidere sulla scelta di campo, si è trovato contro mezzo partito e la riunione si è conclusa con un nulla di fatto.
Da un lato c’era lui che vuole una rottura definitiva col centrosinistra, colpevole di aver emarginato la pattuglia radicale in Parlamento. Dall’altro lei, che alle scorse regionali perse la poltrona della presidenza per appena 50 mila voti contro Renata Polverini e che proprio non ce la fa a mandare giù la “strana combutta”.
I radicali, laici per definizione, strenui lottatori per diritti fondamentali come l’aborto, il divorzio, la procreazione assistita e l’eutanasia, come possono correre al fianco di colui che più di tutti incarna il motto: “Dio, patria e famiglia”? Ma soprattutto, come possono apparentarsi con chi è rimasto al fianco della governatrice Polverini, dopo essere stati proprio loro i primi a rivelare lo scandalo delle spese pazze alla Pisana? “No, con Storace non si può”, ha battuto i piedi la Bonino.
Ma Pannella è rimasto sordo: il suo bersaglio politico in queste elezioni regionali è Nicola Zingaretti, anche lui colpevole di aver detto no alla ricandidatura di Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, i due consiglieri uscenti che per primi denunciarono gli scandali della Pisana.