Luca Antonini, 47 anni, docente a Padova, ha spiegato al Corriere della Sera come sarà il fisco federale: meno tasse allo Stato, addizionali Irpef raddoppiate, un’imposta regionale che per ora resta l’Irap, la cedolare secca al 20% sugli affitti da pagare ai Comuni e la riforma dell’imposta di registro.
Su queste ipotesi lavorano i tecnici del governo e presto arriveranno sul tavolo della Commissione tecnica paritetica per l’Attuazione del federalismo fiscale (Copaff).
Spiega Antonini: la riforma è “una partita da oltre 200 miliardi di euro”. Molto è destinato a cambiare in fatto di tasse. “Saranno tributi visibili, tracciabili – afferma Antonini -. I cittadini pagheranno le imposte sapendo a chi e per che scopo, potranno verificare su internet come vengono utilizzate. Oggi in Italia, con il decentramento delle funzioni che c’é già stato – prosegue – c’é un tasso di federalismo superiore a quello del Canada. Regioni ed enti locali gestiscono già la metà della spesa corrente complessiva, ma sono responsabili solo dell’11%. Io spendo, ma paga un altro: e questa è stata la causa del disastro, spendere senza nessuna responsabilità”.
Le Regioni, in particolare, avranno una compartecipazione all’Iva, “quella vera”, sottolinea Antonini, “legata al territorio, mentre oggi non è così”.