La Lega si oppone all’espansione dei centri commerciali e i neogovernatori del Carroccio dichiarano guerra aperta agli Oulet, schierandosi a difesa di piccoli negozi e centri storici, all’insegna della vita a “chilometri zero”.
In Piemonte, ad esempio, l’ultimo enorme Outlet è stato aperto a Mondovì, in provincia di Cuneo: 85 negozi, con tanto di bar, ristoranti, self service. Uno dei tanti duri colpi inferti dai centri commerciali ai piccoli commercianti, “elettore-tipo” e target fondamentale fondamentale per il Carroccio, nonostante nelle ultime amministrative la Lega a Mondovì abbia vinto e siano indubbiamente leghisti anche molti dei clienti del Centro.
Cota: “Ordinanza per bloccare i centri commerciali”. Eppure il dilagare di negozi e centri commerciale proprio – spiega un articolo firmato Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera – non va proprio giù al neogovernatore Roberto Cota, che vi si è fermamente opposto. Una nuova ordinanza, infatti, potrebbe bloccare almeno 6 progetti, di cui 5 ampliamenti e una nuova apertura. Questi “avrebbero dato il colpo di grazia ai negozi di vicinato e ai mercati rionali” ha spiegato l’assessore del Pdl che ha firmato il provvedimento, William Casoni.
Al Veneto il primato dei Centri. Eppure il Piemonte è solo una delle zone in cui si espandono centri commerciali e outlet: il record nel rapporto tra abitanti e metri quadri di grande distribuzione lo detiene il Veneto del neogovernatore Luca Zaia, leghista anche lui.
“Da noi il problema è già superato dalle regole di mercato – spiega Zaia – il calo dei clienti dei centri commerciali è costante. la lega ha fatto la battaglia in passato, quando il piano commerciale del Veneto che prevede un centro ogni 150 mila abitanti è stato ampiamente disatteso, ce n’è uno ogni 30 mila”.
I veneti hanno, infatti, aggirato la norma distinguendo il centro commerciale con un unico ingresso dai parchi commerciali, capannoni con ingressi separati ma collegati da un tunnel.
Zaia: “Rafforzare i centri storici e i piccoli negozi”. “Le cose stanno cambiando – ribadisce però Zaia – ne hanno costruiti troppi e ora tanti sono vuoti. Il Veneto è terra di piccoli paesi – dice- 581 comuni, 3mila abitanti di media. Siamo fatti per l’osteria e il negozio sotto casa. Abbiamo 62 milioni di turisti l’anno, di cui soltanto 13 a Venezia: dobbiamo rafforzare il sistema commerciale nei borghi medievali, aiutare la pizzeria e il negozio di abbigliamento, il banco di souvenir e il ristorante tipico”.
la Giunta regionale pensa dunque di adottare al più presto incentivi in aiuto dei negozi. Una nuova legge per i centri storici per “dare sollievo ai piccoli commercianti con incentivi e con l’esenzione dalle tasse regionali. In cambio dovranno abbassare i prezzi, perchè vanno capiti anche i consumatori che cercano il centro commerciale per comprare una maglietta a 8 euro anzichè 80”.
Zaia sottolinea che anche nel campo della grande distribuzione bisogna distinguere: “Un conto è l’imprenditore locale che investe sul territorio un altro sono gli outlet aperti dalle multinazionali”.
“E poi, sottolinea il neogovernatore, queste città finte tendono a diventare città con gravi problemi di sicurezza come quelle vere. preferisco imitare Klagenfurt, che ha trasformato la sua archeologia industriale in una serie di piccole botteghe”.