MILANO – Trovare la quadratura del cerchio? Il cerchio magico in via di estinzione, tanto che si può parlare di “cerchietto”? La Lega si trova ad affrontare complesse questioni geometrico-politiche in questi giorni. Il “cerchio magico”, infatti, pare essersi dissolto all’ombra della crisi del governo Berlusconi, delle ultime vicende giudiziarie, sotto i colpi di Roberto Maroni.
La ricostruzione delle ultime vicende leghiste la fa Gilberto Oneto su Libero, secondo cui il “cerchio magico” “ha perso il suo uomo piĂą abile e intelligente, Reguzzoni, che ha preferito farsi da parte in attesa di momenti migliori. In un cantone c’è anche Rosi Mauro, che non è riuscita a fare emettere al suo sindacato neppure un belato a proposito dell’Articolo 18, su cui tutti, ma proprio tutti, hanno detto la loro. Il capogruppo al Senato, Federico Bricolo, ha scelto una postura di pensoso silenziochesi addice alla sua fronte spaziosa. Monica Rizzi e Francesco Belsito hanno le loro rogne e preferiscono girare rasenti i muri con gli occhiali da sole e il bavero alzato. Dei due consigliori occulti, Bruno Caparini si è ritirato a occuparsi di affari piĂą seri e Giuseppe Leoni è sotto attacco per talune stravaganti vicende dell’Aeroclub d’Italia. Resta la sciura Bossi che, resasi finalmente conto di non poter fare troppo affidamento sulla sua prole (le mamme sono le ultime ad arrendersi…), è costretta a trovare altre truppe per fare quadrato attorno all’icona del marito”.
E a Bossi chi rimane? Per il momento Roberto Calderoli, Roberto Cota e Roberto Castelli. I tre “Robertocì”. I quali però, secondo Oneto, peccano di una qualche forma di nostalgia: verso la vecchia alleanza con Berlusconi e verso Bossi, che però risulta sempre piĂą distante dalla vecchia immagine di leader forte.
