ROMA – Dopo una settimana di 'fuoco' tra dl rifiuti e caso Papa, resta alta la tensione nella Lega, in fibrillazione sia sul versante degli equilibri interni, sia per la prova di forza in corso con l'alleato.
Tanto che il consiglio federale convocato da Bossi per venerdi', sulla carta per questioni tecnico-organizzative, potrebbe essere la prima occasione per lo stato maggiore dei lumbard di 'pesare', sia pur simbolicamente, le componenti del partito.
E anche di mettere a punto quella ''strategia'' invocata dal Senatur mentre assicurava che ''la Lega e' una e ha sempre dato una sola parola''. In primo piano c'e' senza dubbio il rapporto con l'alleato, quel patto con il Pdl che in tanti tra le 'camicie verdi', nelle ultime settimane, hanno apertamente iniziato a criticare. Anche perche', soprattutto gli amministratori, devono fare i conti con una base sempre meno incline a mandar giu' leggi lette come 'ad personam'. E un primo segnale di coerenza con l'immagine della 'Lega di lotta' e' arrivata appunto con il si' all'arresto di Alfonso Papa, che ha creato non pochi problemi in casa del premier, anche in vista dell'altra richiesta che dovra' essere votata a Montecitorio, quella per Marco Milanese. Ma il caso Papa ha dimostrato anche come ci siano 'due anime' del partito, e come alla Camera, il fronte dei 'maroniani' sia compatto.
Fronte che potrebbe rafforzarsi se dal Consiglio arrivasse il via libera ai congressi nazionali per Lombardia e Veneto, dove il ministro dell'Interno conta molti sostenitori.
Maroni, ha tagliato corto Bossi nei giorni scorsi, ''E' un bravo ragazzo'' e ''non fara' stupidaggini''. E lui pure ha minimizzato, ribadendo anzi che ''la Lega e' compatta ''sotto la guida salda di Bossi''. E i due hanno sicuramente avuto occasione di parlarsi oggi a via Bellerio, dove c'e' stato, come fanno filtrare, un normale lunedi' di lavoro, presente anche il ministro della Semplificazione Calderoli.
Sul fronte interno, poi, c'e' il nodo del capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni (che Bossi aveva assicurato, sarebbe stato sostituito entro luglio) cui dovrebbe succedere il 'maroniano' Giacomo Stucchi. Per Reguzzoni si era anche parlato di un posto al governo, a coprire il vuoto lasciato al ministero delle politiche europee dall'addio di Andrea Ronchi, anche se per ora il toto ministri e' tutto concentrato sulla sostituzione di Angelino Alfano alla Giustizia, per cui tra l'altro lo stesso Calderoli ha suggerito sia scelto qualcuno ''che non parla con i legali del premier'' per evitare ''frittate''. Come quella che rischia di essere fatta al Senato su un altro provvedimento 'sensibile'.
A Palazzo Madama da mercoledi' torna infatti il 'processo lungo'. Nato con altro spirito, a prima firma della padana Carolina Lussana, il ddl in corso d'opera ha imbarcato la norma che consente alle difese di chiamare quanti testimoni ritiene, allungando di fatto i tempi dei processi. E potrebbe ospitare anche la cosiddetta 'blocca-Ruby', cioe' la sospensione automatica dei processi per i quali sia stato sollevato il conflitto di attribuzione. Entrambe le 'correzioni' decisamente mal digerite dal Carroccio.
