MILANO – Cassa integrazione a zero ore per i 76 dipendenti della Lega Nord. Il segretario Matteo Salvini ha annunciato lunedì 27 ottobre che le casse del partito sono in rosso e bisogna tagliare. E così i dipendenti rimangono senza lavoro e la Lega punta al “generosissimo volontariato” per mantenere aperta la sede.
Fabio Poletti su La Stampa scrive:
“Travolto dai conti economici che non tornano, l’altro Matteo più famoso della politica, lunedì ha chiamato in assemblea plenaria i 76 dipendenti del partito e ha dato il ferale annuncio: «Siamo poveri in quanto a soldi ma ricchi di idee e consensi. Per questo abbiamo deciso di tagliare le spese del partito e puntare sul nostro generosissimo volontariato». Traduzione: via alle procedure di cassa integrazione a zero ore per i 76 dipendenti”.
Le procedure per la cassa integrazione con Cgil, Cisl e Uil settore Commercio saranno avviate entro due settimane e intanto Salvini si dice ottimista:
“«Vogliamo dare il massimo aiuto ai lavoratori-militanti che hanno accompagnato la Lega fino ad oggi». Uno dei custodi di questa ex azienda farmaceutica al 41 di via Carlo Bellerio – patriota italiano, 1800-1886 – mica le manda a dire dopo quattordici anni di lavoro e di militanza con uno stipendio da 1500 euro: «Ho un diavolo per capello anche se sono pelato. Si sono mangiati tutto. Non sappiamo nemmeno come fare a tenere aperta la sede se ci mettono in cassa e manco a rotazione»”.
Intanto Alesandro Morelli, direttore di Radio Padania, spiega che i malumori non mancano:
“«Lunedì in riunione non è stato bello. È una scelta dolorosa si capisce. Matteo è stato bravo a metterci la faccia. Meglio intervenire subito prima che sia troppo tardi. E che non si parli di licenziamenti che solo la parola fa venire l’orticaria a Salvini»”.
D’altronde i dipendenti rischiano il posto per il rosso dei conti dovuto alle vicende giudiziarie della Lega, tra Francesco Belsito e Umberto Bossi:
“«Vi siete arricchiti sulla nostra pelle». «Vi siete fregati i soldi». Il tormentone di sempre. Doppiamente attuale in un partito che ai tempi del tesoriere Francesco Belsito trafficava in Tanzania e in diamanti. Che ha avuto una intera classe dirigente finita sotto inchiesta per le spese pazze dei fondi di partito. «Solo due anni fa in cassa c’erano 30 milioni di euro». «C’è uno che per diventare Governatore ha speso una fortuna»”.