
ROMA – Di come sarà la nuova legge anti-sciopero – cioè nuove norme in grado di impedire che piccole sigle sindacali blocchino una città – si sa solo che non sarà introdotta prima del Giubileo (Roma è tra le situazioni più calde) nonostante gli annunci anche del Governo di strette e giri di vite seguite alle ultime eclatanti agitazioni, da Fiumicino a Pompei passando per il Colosseo, gli scioperi bianchi dei mezzi pubblici, degli addetti alla raccolta rifiuti ecc…
L’ira funesta iniziale del governo si è in realtà stemperata limitandosi al solo inserimento dei Beni Culturali nell’ambito dei servizi essenziali dove la disciplina degli scioperi è più dura. Si potrà, ragionevolmente, e cioè senza una modifica della 146 sul diritto e doveri di chi sciopera, prevedere un intervallo di 10 giorni per indirne uno che riguardi i servizi essenziali.
Proposta Ichino: quorum (50%) e referendum. C’è un testo depositato al Senato (a firma Pietro Ichino) ma incontrerebbe l’opposizione dei grandi sindacati che invece Matteo Renzi e il ministro dei Trasporti Delrio vogliono invece coinvolgere anche per non aprire un altro fronte con la minoranza Pd. Marco Conti sul Messaggero ne illustra contenuti e controindicazioni di carattere politico/sindacale.
La prima è che venga proclamato da uno o più sindacati che rappresentano la metà più uno dei dipendenti. La seconda è che, anche se promosso da un sindacato piccolo, superi un referendum tra i lavoratori dell’azienda, con il 50 per cento dei sì fra i votanti e un quorum del cinquanta per cento dei dipendenti. Se così fosse non solo non ci sarebbero stati gli scioperi estivi dell’Alitalia, ma anche quello di venerdì scorso non sarebbe stato possibile.
I sindacati, anche quelli più grandi, hanno però subito denunciato il rischio di rendere di fatto impossibile l’esercizio di un diritto garantito dalla Carta costituzionale vista la difficoltà, che si riscontra in alcuni comparti, a mettere d’accordo la metà delle sigle rappresentative. (Marco Conti, Il Messaggero).
Per Roma moratoria e precettazioni. Quello che si può fare è applicare alla lettera le disposizioni vigenti per scongiurare, con la minaccia di sanzioni e precettazioni, gli “scioperi bianchi” che mettono in ginocchio le città e gettano nel caos la popolazione.
Per Roma si pensa a una moratoria, un accordo preventivo con i sindacati sulla scorta di eventi come Expo. E, soprattutto, riconoscere a Roma solide risorse per affrontare le emergenze Atac e Ama, tagliando all’origine le ragioni dello sciopero. Il testo di legge sul quale lavoreranno Governo, Parlamento e Autorità ha contenuti normativi che, retrospettivamente, avrebbero evitato il disastro di questi mesi.
Nei primi 8 mesi del 2015 sono stati registrati 1.500 scioperi nei servizi essenziali (+7,5%) con 1.055 proteste effettuate (+6%). Il picco degli aumenti si è avuto nel trasporto pubblico con 255 scioperi proclamati e 193 effettuati (+40%). Solo a Roma i cittadini hanno sopportato già 16 scioperi, una media di due al mese.