
ROMA – “Scusate, quando dissi “porcate” riferito alla legge di Stabilità non volevo offendere”. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, si scusa con il Parlamento dopo che nei giorni scorsi aveva parlato di ”porcate” sulla legge di Stabilità. Squinzi aveva espresso il timore che nel passaggio da ddl a legge ”saltino fuori le solite porcate”. Il presidente di Confindustria ha detto: “Credo che le mie dichiarazioni siano state misinterpretate dai media presenti. Me ne scuso se questo possa essere stato interpretato come una non considerazione della sacralità del Parlamento”.
In audizione alla Commissione Bilancio del Senato, il presidente di Confindustria, ha fatto una premessa prima di entrare nel merito della legge: “Da imprenditore non ho avuto occasione di frequentare le aule del Parlamento, che ho sempre guardato con profondo rispetto. Come presidente di Confindustria tra le prime iniziative che ho assunto c’è stato l’incontro con i Presidenti Grasso e Boldrini e i Presidenti delle commissioni parlamentari, come segno di assoluta attenzione alle aule legislatrici”.
Squinzi ha poi aggiunto: “La nostra è una Repubblica parlamentare e come tale la responsabilità delle scelte più importanti cade sul Parlamento e i suoi rappresentanti. Nella storia della Repubblica la legge Finanziaria rappresentava, per molti aspetti, anche la soluzione dei piccoli problemi di carattere locale e particolare, proprio per il rapporto diretto tra eletto e territorio di riferimento. Il sistema elettorale che accompagnava la prima Repubblica facilitava la commistione tra legge dello Stato e interessi locali”.
Il Presidente di Confindustria ha poi aggiunto: ”Le mie recenti considerazioni, con chiaro riferimento alle usanze del passato, nascono dalla preoccupazione di vedere superata l’apprezzabile modalità d’esame del documento di programmazione della spesa pubblica, riportandoci indietro, agli anni delle politiche che piegavano, in modo radicale, la programmazione del bilancio alle necessità degli infiniti campanili del nostro paese. In un momento come l’attuale non possiamo, per nessun motivo, ipotizzare un simile spettro. Mi auguro di cuore di essere stato troppo pessimista”.