ROMA- Niente da fare, l’intesa sulla legge elettorale non si trova e la seduta della Commissione Affari Costituzionali del Senato è rinviata a martedì. All’indomani del blitz di Pdl, Lega e Udc per fare lo sgambetto al Pd con l’approvazione dell’emendamento che attribuisce la nuova soglia del premio di maggioranza sopra il 42,5%. E dopo una giornata al vetriolo durante la quale si è tentato disperatamente di abbassare la soglia al 40 percento innalzando però di 5 punti il premio, c’è ancora una settimana per trattare. Mala situazione sembra ancora piuttosto ingarbugliata.
”Le forze politiche – spiega il presidente di Commissione Carlo Vizzini – stanno lavorando a una soluzione dei problemi, il lavoro non è ancora finito” e dunque ci si aggiorna. Se c’è intesa, già martedì si può chiudere per l’Aula.
In quella giornata, spiega Vizzini, ”se c’è accordo verranno formalizzati dei documenti” per la parte della riforma che va modificata in commissione, ovvero il ‘premietto’ e ”viene siglato un accordo politico sulle cose da cambiare in Aula” (ovvero l’abbassamento al 40% della soglia ndr.). In quel caso, dice Vizzini ”se lavoriamo di buona lena possiamo completare l’esame già nella giornata di martedì”. Sull’ipotesi che si arrivi a un’intesa Vizzini appare ottimista: ”O sono dei perditempo – dice – o hanno trovato una strada percorribile…”.
E intanto i partiti si affrontano a colpi di dichiarazioni. A rompere gli indugi, mercoledì mattina, all’indomani del blitz è stato Pier Ferdinando Casini. “Se qualcuno vuole che Vendola e Bersani governino con il 55 per cento avendo il 30 per cento dei voti, alzi la mano. Io non lo voglio”. Poi rincara la dose: “Se il Pd vuole tenersi i l Porcellum lo dica chiaramente. Forse in questi anni si è convinto che è una buona legge”.
“Casini non scherzi“, rispondono piccati i democratici. “Non può essere accettata una legge elettorale che certifica in partenza l’ingovernabilità. Non è un problema del Pd ma dell’Italia”, è la risposta del leader del Pd Pier Luigi Bersani. Sul tema interviene anche il coordinatore della segreteria nazionale del Pd, Maurizio Migliavacca: “Nessuno vuole il 55 per cento dei seggi con il 30 per cento dei voti. Casini eviti di scherzare su un tema così serio”. Contro il blitz anche Matteo Renzi: “Vorrei una legge elettorale – scrive su Twitter il sindaco di Firenze – in cui dopo un’ora chi perde si congratula con chi vince. No al porcellum. Ma la modifica proposta è quasi peggio!”. Critico anche Nichi Vendola: “Vedo che Casini – spiega il leader di Sel – si è ritrovato con gli antichi alleati, con il Pdl, con la Lega e persino, con, come si chiama, Rutelli, che era in quei paraggi”.
Intanto il presidente del Senato, Renato Schifani, auspica una legge elettorale “condivisa”: “Stiamo lavorando perché le divaricazioni di ieri sera possano ricomporsi attraverso il lavoro in commissione e anche in aula”. “Io -ha proseguito- sono fiducioso: il nostro impegno deve essere quello di esitare un testo il più largamente condiviso. E le regole è necessario e opportuno scriverle a più mani nell’interesse degli italiani e di tutti quei cittadini che chiedono il cambiamento di queste regole elettorali e di tornare ad essere protagonisti delle loro scelte e dei loro rappresentanti”.